domenica 14 ottobre 2012

M&M

Monti e Marchionne.

Marchionne disse:
«Spero che Monti stia in carica per sempre. È stato ingaggiato per risolvere questo pasticcio e non sarà facile nè breve. Il debito pubblico non è stato accumulato tra 2011 e 2012. Ma decenni di malagestione della cosa pubblica. Se si mente agli italiani sarà un risveglio doloroso»

Pubblicai questa frase su FB ed un'amica che ha il bel nome di una città svizzera - no, non si chiama Zuriga - mi risponse (in triestino):

"Peca' che da quando xe lui il debito xe aumentado a quasi 2 miliardi"

Premessa su Marchionne.

Prima cosa non è bello essere d'accordo con Marchionne, perché fa il cattivo coi sindacati e i lavoratori. E va bene. Non mi piace il suo approccio, ma al posto suo non saprei fare altrimenti. Infatti lui non è un politico, sindacalista o benefattore. Egli fa l'Amministratore Delegato di un'azienda e non si tratta di un'ONG o di una cooperativa no profit. 

Le critiche di oggi sono sul suo approccio che riduce il ruolo dell'Italia e punta sugli Usa e la Chrysler. A volte serve un po' di prospettiva.
  
La Fiat agli inizi del secolo non era proprio un'azienda sana. Nel 2000 sono riusciti a convincere la GM a comprare il 20% e a negoziare un'opzione che dava a GM la possibilità di comprare il restante 80%. Cioè nel 2000 la Fiat era virtualmente americana. Gli Agnelli volevano venderla su pressione delle banche creditrici che volevano un partner stabile dato che gli Agnelli dopo Romiti e Cantarella non imbeccavano un manager decente. La stessa Fiat aveva un opzione put (diritto a vendere) da esercitare nel 2004. Nel 2003 il presidente Paolo Fresco è riuscito a convincere GM a pagare due miliardi per NON comprare la Fiat. Cioè la Fiat faceva così schifo agli americani al punto che preferirono pagare due miliardi per niente invece di doversi accollare l'azienda. Grazie a quei soldi Fiat è sopravvissuta.

Poi venne Marchionne e si è comprato la Chrysler che al momento sussidia il mercato italiano con gli utili che fa in Usa. 

Ricapitoliamo: nel 2000 la Fiat era venduta. Immaginiamo la GM proprietaria e la crisi. Ricordiamo che GM è formalmente fallita con la crisi del 2008. Quante fabbriche Fiat avrebbe chiuso per mantenere quelle in America? Invece è successo il contrario, Marchionne ha negoziato con i sindacati canadesi e americani riducendo le spese pensionistiche e sanitarie lì e ha mantenuto l'occupazione in Italia lottando ferocemente coi sindacati.

Marchionne non ha come obiettivo la piena occupazione in Italia, neanche la sopravvivenza dei panda albini cinesi o la riabilitazione dei preti pedofili di Chicago.

Egli fa auto creando profitto per il suo donatore di lavoro: gli azionisti di Fiat. Se lui si mettesse a sacrificare il profitto per il benessere dei lavoratori sarebbe licenziato. Semplicemente perché non farebbe il suo lavoro. Come se un operaio invece di occuparsi di costruire la macchina si mettesse a discutere di Shopenhauer bevendo cognac e fumando sigari con il suo collega della linea di montaggio. Certo il livello della conversazione aumenterebbe e la cultura dei lavoratori anche, ma non è quello il loro lavoro per cui sono pagati. Così anche Marchionne fa quello per cui è pagato: rendere l'azienda più produttiva e profittevole. Per questo lo rispetto, perché dal 2004 da quando è al timone della Fiat ha fatto tante cose, in primis invece di essere comprato da un'azienda americana è diventato proprietario di una ed in un modo geniale da giocatore di poker.

Ovviamente da persona di sinistra egli non è il mio ideale, ma lo rispetto perché fa il suo lavoro. Se non lo facesse non sarebbe più lì.

Ora passiamo al secondo punto (Monti) e all'ispirazione del post.

È corretto che il debito è salito, ma il balzo non c'è stato con Monti, il cancro si è propagato ben prima. Ancora nel 1980 con Forlani al Governo il debito era al 55% del PIL o al 58% (vedasi il grafico e il link sotto - i dati in economia non sono sempre univoci).



Secondo il link già citato nel 1980 il debito era di 187 miliardi di euro. Oggi è 1,898 miliardi (1,967 secondo Bankitalia). Nel 1993, cioè prima del era Berluskona era sotto i mille miliardi. MILLE!!!  

 


Dal 2001 al 2006 con Berluskone il debito è aumentato di 280 miliardi di euro, più di quanto era nel 1980. Ovviamente il confronto non è equo per l'inflazione ma comunque da un'idea. 

Pochi lo dicono, ma negli ultimi anni l'Italia aveva un avanzo primario prima del pagamento degli interessi, cioè le entrate erano superiori alle uscite, ma il fatto di avere un debito elevato su cui si pagano interessi portava la situazione in deficit. Inoltre la dinamica dipende molto dallo stato generale dell'economia: quando l'economia mondiale cresce anche il PIL italiano ne è influenzato e quindi aumentano le tasse incassate. Uguale se gli interessi sono bassi. Questo articolo lo spiega brevemente.

Inoltre Monti è al governo da meno di un anno in una situazione di crisi economica e politica (presiede un governo tecnico) e quindi con relativamente poca libertà di manovra - ricordo che Berluskone aveva una larga maggioranza in parlamento e non ha fatto un'emerita michia. Dare la colpa a Monti dell'aumento recente di 50-70 miliardi sui 1,900 è fuorviante, sarebbe da guardare il passaggio da 187 a 1970 tra il 1980 e il 2012.

Quello che ribadisco, nuovamente, è il fastidio che provo a vedere su FB le critiche a Monti che non ha stallieri mafiosi, non è accusato di aver trombato minorenni nipoti di premier stranieri, non è sospettato di aver costruito la sua fortuna su finanziamenti oscuri, non è mai stato indagato per evasione fiscale, non ha condizionato negativamente la cultura italiana tramite il controllo di tv e giornali, non ha fatto diventare milanista Emilio Fede che era juventino, non ha reso famosa l'Italia per il bunga bunga e potrei andare avanti per ore. Un anno fa si parlava di Minetti, Ruby ed altre puttanate. Ora si parla di spread e si punta il dito su Monti. 

Prendiamo le cose con un pizzico di sale. 
E una fetta di limone. 
E tequila a fiumi.

 





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