domenica 24 febbraio 2013

Elogio della barba



Un po' è stata la visione della splendida barba sfoggiata da Chrisoph Waltz in Django, un po' la pigrizia della domenica, ma domenica scorsa non mi sono sbarbato come faccio ogni domenica. E a me piace la barba, specie la mia barba. 

Giovedì al lavoro entro un po' trafelato (e anche un po' infastidito) nell'ufficio di uno dei capetti del dipartimento, mi metto a parlare veloce, il tizio con un sorriso mi fa "you look wild" e pensavo si riferisse al mio impeto, invece parlava della barba incolta. In effetti non era così curata come quella del Dr. Schultz. Tutto questo per dire che oggi dovrei farmi la barba. Che barba che noia. Nessuno ha mai detto a Bud Spencer di farsi la barba.




O a Nick Cave di tagliarsi i baffi o ai suoi amici Grinderman di comprare un rasoio.



Ora sto leggendo Antifragility di Taleb e faceva un esempio calzante.


Era a Milano per parlare col suo editore e per seguire una conferenza dove parlava un economista che odia. Parlando con l'editore spiega il suo desiderio di andare alla conferenza e prendere a schiaffi l'economista. L'editore ci pensa e fa "beh, non farebbe male alle vendite del libro...".

Quindi il comportamento violento farebbe bene a Taleb in quanto autore famoso. Però se lui fosse un impiegato di medio livello di un'azienda, uno di quelli che deve mettersi in giacca e cravatta, e andasse ad una conferenza e picchiasse un odioso economista cosa succederebbe? Arresto, licenziamento e questo episodio segnerebbe per sempre la sua vita. Per spiegare che alcuni mestieri sono "antifragili" ed altri "fragili".

Il concetto di antifragilità (non so se è la traduzione corretta) si riferisce alla proprietà di guadagnare da eventi negativi - tipo picchiare uno e vendere più libri. Altri mestieri, tipo l'impiegato, invece sono fragili, perché devi mantenere la reputazione:

"With few exceptions, those who dress outrageously are robust or even antifragile in reputation; those clean-shaven types who dress in suits and ties are fragile to information about them."


Taleb ha il pizzetto e non usa cravatte.





domenica 17 febbraio 2013

Le foto della domenica


Stronzo in Gonzo





Vetrina del Paranoia book&wine shop





Sculture






Magari non lo sapete, ma qui il carnevale è una settimana dopo. Misteri della fede.





Punto nero su sfondo giallo.




Orme sulla strada gialla


Sagoma mia su sfondo giallo 
(onestamente, dovrei essere un artista pagato per fare foto artistiche gialle)


Libreria italiana




Luci senza suoni







Twenty police only for me!

Avverto i gentili avventori del bloggo che il barista è stato rilasciato. Quindi tutto bene sul fronte orientale della strada.

Ieri passo a salutare e chiedo cosa è successo. Dato che parla un inglese in stile Appenzello, questo è quello che ho capito:

"La polizia ha arrestato uno con della droga e quello ha detto che l'ha comprata da me e ha dato anche l'indirizzo. Ma ha dato l'indirizzo dove avevo il bar prima, quindi sono andati lì e poi hanno visto che era chiuso e sono arrivati qua"

Poi ridendo "twenty police only for me!". Orgoglioso.





Poi notizia importante: we have a pork!

L'altro barista mi fa: domenica facciamo un porco! Questo suscita subito il mio interesse. Praticamente faranno il porco sulla pubblica via. Sulla mia via. Adorabile. Venite tutti!






Inoltre fanno anche assenzio.



sabato 16 febbraio 2013

E mi arrestarono il barista.

Ultimamente la mia socialità si esprime in aperitivi ed avvenimenti vari.

Oggi gli spunti per l'aperitivo erano:
a) amica che voleva andare in un club (dove non siamo mai arrivati)
b) collega bisiaca che ospita amica tatuatrice che cerca (e trova) stage a Zurigo e la collega mi chiede di portarle in giro, visto che non è esperta di vita notturna.

Metto assieme i due spunti e invito anche altra gente al mio bar preferito. Quello sotto casa.

Quindi dalle 6.30 si raduna una dozzina di persone. Beviamo birre e vino al miele ed io sono contento di portare gente al mio bar, il mio barista è contento di avere gente. Poi oggi il bar era pieno con una buona rappresentanza di giovani metallari e punk. Uno aveva anche una gran cresta.

Dato che negli ultimi giorni sono passato un paio di volte i baristi mi conoscono. C'è il fratello giovane del gestore che parla anche inglese e quindi comunichiamo. Il gestore ha i capelli lunghi e non comunica in inglese. Oggi viene da me per dirmi in Schwizerenglisch che la volta prima mi ha fatto pagare 2 franchi in più e quindi mi offre il prossimo giro. Commovente. Il servizio è il più amichevole mai trovato da quando sono in giro per l'Europa. L'unico che compete è il bar ZeroZero a Parigi che ogni tanto offriva ostriche agli avventori.

Oggi eravamo lì e c'era questa collega bisiaca con cui di solito bevo caffè al lavoro, ma non siamo mai usciti, quindi non siamo in gran confidenza. E c'era il suo ragazzo che è anche un collega, ma uno che lavora nella sede centrale e un po' più sul fighetto andante. L'amica della collega è una tatuatrice e quindi persona a modo. Ma ovviamente con i colleghi poco conosciuti si cerca di non fare troppo il buzzurro - e su questo mi devo impegnare.

Bene. Mi impegno e la serata passa allegra, tra drinks, risate e discorsi vari.

Verso le 9 decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Sto per andare a chiedere il conto quando irrompe la polizia in assetto anti-sommossa. Porca troia. Che cazzo succede? Dov'è Ziddari che grida "Pulademmerda"?

Sono almeno una decina con i giubbetti antiproiettile. Ci intimano di mettere le mani sul tavolo. Tutti calmi, nessuno fiata tranne la ticinese al nostro tavolo che ri-grida le istruzioni (mettete le mani sul tavolo) in italiano.

L'operazione dura un paio di minuti. I metal-punk stanno buoni, noi non fiatiamo. Andandosene i poliziotti ci augurano buona serata. Graziealcazzo.

Vado dal barista per chiedere il conto ma mi fa: "Scusa un attimo, hanno arrestato mio fratello, vado a vedere fuori cosa succede". E mi lascia lì con la fila educata di giovani metal-punk che passata la pula vogliono da bere.

Dopo un po' torna, mi fa il conto. Lo vedo un po' scosso e chiedo come va col Bruder. Male. Lo hanno portato via. Chiedo perché. Indignato mi fa: "ma niente, non ha fatto niente...  poliziotti di merda... è almeno 4-5 anni che mio fratello non fa niente!".

Ecco. Per una volta che esco coi colleghi finiamo con una retata. Merda.

E se mi chiudono il bar vado a protestare dal sindaco.


Questa storia mi ricorda il commento che un collega italiano che lavorava in Serbia mi ha fatto quando mi sono licenziato per venire a Zurigo. Annuncio il mio licenziamento e mi fa "bene, bravo, allora appena ti fai un minimo di reputazione ti mando il CV, ma prima che capiscano chi sei e te la rovini".

Mi sembra che lo stiano capendo. Non mandatemi CV, inizio a mandare io il mio.






mercoledì 13 febbraio 2013

Libri feticcio

"Every few generations a great seminal book comes along that challenges economic analysis and through its findings alter men's thinking and the course of societal change. This is such a book, yet it is more. It is a 'poetic' philosophy mathematics, and science of economics."



 
Nella mia libreria ci sono alcuni libri che adoro, diciamo che sono dei libri feticcio. Ce ne sono vari, ma ad uno sono particolarmente affezionato: Walden, libro che mi ha seguito nelle varie peregrinazioni nel continente. E libro che non ho mai finito, l'ho sempre centellinato leggendolo e rileggendolo, ma senza mai arrivare alla fine. Poi una volta ho letto in un libro che l'autore non ha mai finito Siddharta di Hesse (non vorrei sbagliarmi, ma credo fosse il primo libro di Fabio Volo. Si, faccio outing, ho letto un libro di Volo - Ginepra perdonami). Allora ho pensato che faceva figo non finire di proposito un libro e Walden sembrava all'altezza di Siddharta (che invece ho letto fino alla fine, quindi non potevo più non leggere il finale. Anche se ora non mi ricordo come finiva).




Poi c'è la categoria dei libri che non ho praticamente neanche iniziato per manifesta incapacità (mia, non del libro). Sul podio troneggia questo che per il colore della copertina si intona parecchio con l'amato Walden:


Il libro è rimasto per un annetto sulla scrivania della collega SMG* che finalmente me lo ha restituito. Ripresa confidenza col libro dopo averlo lasciato decantare alcuni giorni sul tavolino, oggi l'ho sfogliato cercando di accattivarmi la simpatia dell'ostico scritto, oltre ad accarezzare l'idea di dedicare del tempo allo studio. Idea malsana scaturita dall'odierno umore pessimo: dopo un decennio nel fantastico mondo della finanza riesco ancora a sorprendermi (ed incazzarmi come un'ape) di giochetti politici. In questo caso ai danni di una collega e a favore del Capra. Capra che notoriamente odio, evito ed ignoro.

Ma resto Zen e come un cinese aspetto pazientemente sulla riva del fiume. Un giorno lo vedrò passare.

Intanto riporto una frase del libro:
"If a macrostate has a chaotic structure, it will preserve this structure forever; if it does not have a chaotic structure, it will necessarily tend to it"
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* Su Mare Grega

martedì 12 febbraio 2013

Canone inverso


"È da sciocchi parlare delle possibilità mancate, quando si sa che la vita ha una sola strada: quella che abbiamo scelto"




"Ma quando un lungo viaggio sta per terminare e siamo già in vista del luogo in cui siamo diretti, quell'ultimo tratto, breve, brevissimo rispetto al cammino già fatto, si fa improvvisamente più duro, lo spazio sembra dilatarsi, la meta si allontana fino a sparire come un miraggio."



"Resta il passato, quel nostro abisso rigurgitante, resta qualche ricordo che si posa a volte sul suo ciglio scosceso e tentenna come una farfalla nella brezza."





sabato 9 febbraio 2013

Terra Matta



Ieri su invito di Smarmello sono andato ad ascoltare la presentazione del libro Terra matta. Si tratta di un libro tratto da un manoscritto autobiografico scritto da un siciliano semianalfabeta. Dal libro hanno tratto anche un docu-film e spettacoli teatrali.

Ora voglio leggere il libro.









giovedì 7 febbraio 2013

La clinica delle ossa

Come ho accennato precedentemente, abbiamo un bar.

Oggi era il primo giorno di lavoro - del bar, non mio. Decido di andarci con il cuore palpitante come al primo appuntamento con una graziosa fanciulla.

Mi accompagnano lo Smarmello, la Nutella e la FrancaSvizzera.

Entriamo accolti da musica metallara, ma non troppo.

Ci sediamo su un tavolo accanto al quale troneggia un palo da pole-dancing. Promette bene. Non credo ci fosse quando il posto era un ristorante abissino.

Qui vedete il palo.


Assisi chiediamo da bere, birre.

Ci dicono che ne hanno solo di grandi.

Feldschlössel.
Lattine.
Senza bicchieri.
Mmmmhh. Un po' scrauso. Molto scrauso.

Ok. Bar giovane, va bene. Perdoniamo l'innocenza.

Però ci portano anche un giro di shot di sangria.
Apprezziamo la buona intenzione (a Zurigo offrire bevande aggratis non è cosa diffusa).

Un altro giro, ma i due italofoni ci lasciano e poi passiamo alle bevande spiritose autoprodotte. Qui le chiamano "Med" che non avrebbe niente a che fare con la parola "med" in sloveno che vuol dire "miele" se non che queste bevande "Med" contengono tutte miele. Strano. Chiedo a FrancaSvizzera di indagare e lo svizzero gestore dice che è una tradizione celtica. Così facevano il vino prima di inventare il vino e loro mantengono viva la tradizione. Senza chiedersi se magari l'evoluzione sia cosa buona e giusta.

Qui sotto un esempio del loro prodotto preferito (6 gradi alcolici). Dolciastro.
Torniamo alla birra per poi riprovare alcuni shot e tornare alla birra.

 
Che dire? Questo bar ha la grazia scontrosa di Trieste e ciò mi ricorda la famosa poesia di Saba:

Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.

(...)
Intorno
circola ad ogni cosa
un' aria strana, un' aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.



Dopo questa esperienza interlocutoria bisogna approfondire la conoscenza, quindi uscendo ho detto al giovine barista "Bis Morgen!", lui ride ed io mi giro guardandolo con sguardo severo: "Bis. Morgen!!!". Lui mi guarda preoccupato.

Pivello, ti illudevi di avere un mestiere facile, nevvero? Invece hai scelto di aprire un bar in front of Zurota.
Your dicks.

lunedì 4 febbraio 2013

Zurota e i consumatori

Parte oggi la prima e (probabilmente penultima) puntata della serie "Zurota per la tutela dei consumatori"

Iniziamo col confronto di Creme di Cacao e Nocciole (volgarmente dette imitazioni di Nutella), uno dei nutrienti fondamentali per la razza umana.

Il primo vasetto oggetto di confronto è prodotto da Rigoni di Asiago acquistato all'enoteca zurighese Cento Passi.


Ingredienti: zucchero di canna, pasta di nocciole (16%), olio di girasole, latte scremato in polvere, cacao (6.5%), burro di cacao, lecitina di girasole, estratto di vaniglia.


Il secondo vasetto è prodotto dalla rinomata azienda Ota acquistato nella rivendita di prodotti tipici Dolga Krona a Dolina (un po' fuori Zurigo).



Ingredienti: nocciole IGP Piemonte, zucchero, pasta di cacao, burro di cacao, latte intero in polvere, olio extravergine di oliva Belica-Bianchera, vaniglia, fior di sale di Piran.



Confronto ingredienti:
- Rigoni mette quasi tutto biologico, mentre Ota punta sulla qualità senza etichette bio (nocciole IGP, olio Bianchera, sale di Pirano)
- Rigoni ha lo zucchero al primo posto, Ota le nocciole
- Rigoni usa olio di girasole, Ota l'extravergine

Zurota ha fatto un blind test (durante l'assaggio ha tolto gli occhiali). La crema di Rigoni ricorda maggiormente la Nutella, mentre il gusto Ota è più complesso, con un maggiore aroma di nocciole e meno cacao e con un interessante retrogusto dato dall'olio di oliva Bianchera. Questo può piacere o meno (a me piace). In definitiva sono due prodotti diversi, uno più vicino ai prodotti industriali, l'altro di nicchia come il produttore Ota.
Ma Zurota è di nicchia quindi vota Ota! Zurota è anche goloso, quindi il vasetto Ota è già finito.



venerdì 1 febbraio 2013

We have a Bar!

Ordunque.



Ieri abbiamo fatto questo mega incontro coi candidati alle elezioni (ma di cui parleremo sul bloggo amico Spuma und Spritz). Finito l'incontro con il minimo sindacale di caciara, ci siamo dedicati alle relazioni pubbliche bevendo vino rosso. Dopo l'incontro siamo andati a mangiare una pizza. Dato che la giornata coincideva col rientro della Russa, non ho potuto sottrarmi ai brindisi successivi. Raggiunto letto verso le 3.

Giorno dopo al lavoro, ma con calma. Lavorando intensamente sono riuscito ad uscire presto ed alle 17 ero al Si o No.

Poi torno a casa.

Premetto che di fronte a casa mia c'era un ristorante Eritreo-Abissino che hanno chiuso 2 mesi fa. Lo stavano ristrutturando ed ero molto curioso di vedere cosa facevano.

Oggi, dopo 4 ore al Si o No, cammino e vedo una massa di gente davanti. Mi si illuminano gli occhi pensando "abbiamo un bar e non un inutile ristorante!". Stavo per chiamare Fassino o almeno Farina.

Mi avvicino e vedo gentaglia. Personaggi con la cresta, altri con giacca di pelle e tatuaggi e mi commuovo. Mi inginocchio ed invocando Dio dico "grazie Dio misericordioso, non mi merito tanto! Mi hai già dato il Si o No, la Bettola ed ora anche questo! Dio sia lodato!".

Qui vediamo la gentaglia.




Entro e prendo una lattina di Feldshlössel. Il posto è come prima, solo che il barista capo è a petto nudo con un panciotto di pelo di qualche animale strano tipo il muflone, le due bariste indossano dei corpetti che strizzano le tette. Se dovessi immaginarmi il paradiso sarebbe così, solamente senza corpetti, con più tette e con una birra decente.

Le due bariste ed il capobarista. Già li adoro.





Ma io mi accontento. Avete presente Homer con le ciambelle? Io sono così con i bar di fronte a casa.



Non credo che uscirò più da Wiedikon.
Chiederò di fare il work from home e con home intendo bar in front of home.

Heavy Metal!!!