venerdì 17 gennaio 2014

Le bassiste sono sexy

Siano belle o brutte, sempre sexy sono.

Per prima la fantastica Kim Gordon (Sonic Youth):






Marjolein Kooijman dei meravigliosi nederlandesi Gathering.




Lada Furlan dei Bambi Molesters, gruppo croato




Esperanza Spalding




Kim Deal dei Pixies




La bellezza dark di Patricia Morrison coi Sisters of Mercy




Mettiamo pure un'italiana: la Consoli


Lorax dei Melvins




Gail Ann Dorsey che suonava con la Dama Bianca




Meshell Ndegeocello



Iracema Trevisan dei brasiliani CCS (chiare origini triestine)




Nicole Fiorentino & Smashing Pumpkins




Stephanie Ashworth dei Something for Kate




Sean Yseeult dei White Zombie



Wanda Ortiz con gli Iron Maiden




Tina Weymouth - Talking Heads
 


E finiamo in bellezza, ovvero in Svizzera con la bassista dei My Heart Belongs to Cecilia Winter (video girato da me medesimo durante il concerto zurighese al Bogen F - febbraio 2013)

Lo Offsite

Come avevo preannunciato su questi canali, in questi giorni sono in montagna coi miei fantastici colleghi d'ufficio.




Riepilogo dei fatti salienti.

Partenza alle 7.30 AM di mercoledì. Ritrovo in stazione e 3 ore e passa di treno fino all'agognata meta Arosa.
Trasferimento in hotel. Prima sorpresa positiva: abbiamo stanze singole, quindi non devo condividere il mio malumore con altri umani. Inoltre il hotel ha 5 stelle, quindi il servizio è buono, peccato che ogni volta che torno in stanza (per cambiarmi, per fare un sonnellino, per cagare) ti trovo gli inservienti che puliscono, mi sistemano i vestiti buttati in giro piegandoli bene bene anche se puzzano di sudore, mi rimettono il deodorante nel coso dove tengo le cose, ecc..

Comunque si sopravvive.

Pranzo. Ci rifilano un po' di zucchine, patate e coscia di pollo. Niente di eccezionale. Poi si comincia con le puttanate lavorative. Lati positivi: macchina del caffè, spremuta fresca d'arancia, frutta, un bloc notes dove fingere di prendere appunti ma dove si può disegnare, scrivere frasi oscene in italiano e sloveno.
Lati negativi: tutto il resto.

Ritrovo per cena quando arriva il Megadirettore Galattico  (persona che stimo e ammiro). Si cena, ma sono su altro tavolo. Il vino è buono dato che l'ho scelto io (pinot grigio friulano e un rosso toscano). Prima parlo col francese alla mia sinistra e si parla di vino. Mi vanto con la tavolata di studiare da sommelier (anche se inizio a febbraio, ma tanto capiscono sega di vino). Poi parlo con l'italiano seduto alla mia destra. Inevitabilmente il discorso vira sull'unico tema importante quando si parla con certi italiani: la figa e la disponibilità di figa in vari paesi europei. Fingo competenza. Nel mentre si mangia bene e mi faccio riempire il bicchiere svariate volte. Bravo il versatore di vino rosso che non appena il livello del bicchiere scendeva al livello d'allarme passava da me. Adoro i versatori coscienziosi che inquadrano subito il cliente bisognoso.

A seguire corso di curling. Non è stato male, nonostante le istruzioni degli istruttori in svizzero tedesco locale e le traduzioni approssimative: ad esempio all'inizio il tizio ci parla per 5 minuti e il mio ex capo traduce il tutto con "prendete le scope".

Torniamo in hotel e ci fermiamo per un drink. Vista la stellarità del hotel la lista delle bevande è consona. Ordino un Singapore Sling (il cocktail da un milione di dollari). Mi seggo vicino al Megadirettore Galattico. Lui prende un whisky. Si discute di lavoro ed Egli sprigiona la sua aura di Leader. Bravo il gran capo.

Mattina seguente: breakfast dalle 7 alle 8. Lo salto perché dormo, quindi mi presento alle 8 per le sessioni. Iniziano a parlare e prendo il bloc notes fingendo di prendere appunti per non addormentarmi. Bevo 4 caffè. 2 succhi d'arancia. Un croissant. Una mela. Minchia, il tempo non passa più. Parla il gran capo ed è bravo. Poi se ne va e si discute di quello che diceva. Fingo appunti. Bevo caffè. Guardo facebook sul cellulare. Pero il filo e sento il gran capo che mi chiede un'opinione. Guardando un post divertente su fb non mi ero accorto che avevano iniziato dalla collega al mio fianco a discutere. Improvviso col solito "sono pienamente d'accordo con la mia collega, anch'io ho notato..." ripetendo l'ultima frase detta dalla collega e poi mi invento due stronzate che vanno bene sempre (collaborazione, comunicazione, semplificazione), calando il tono senza concludere la frase, ma lasciando intendere che il prossimo può parlare. Bene. Si finisce con questa rottura di coglioni e penso di potermi ritirare, dato che gli altri vanno a sciare.
Errore.
Si va tutti insieme in cima a questa cazzo di montagna a mangiare. Ok. Mi aggrego con Slavko e Cowgirl che non sciano e si va su con quei cosi appesi a delle corde. Qua le chiamano gondole e ciò mi sembra alquanto improbabile, quindi io le chiamerò "cosi appesi a delle corde adibiti a trasporto di umani".
Pranzo in un posto con vista a 360 gradi sui monti innevati. Sticazzi. Prendo una birra grande e una ljubljanska (cordon bleu) per sopperire alla sofferenza. Mangiamo e scendiamo. Noi tre non sciatori siamo concordi nel non disturbarci a vicenda e ci salutiamo. Io propendo per un sonnellino. 2 ore. Uno dei momenti migliori di questi 2 giorni.

Sera. Ritrovo alle 6. Programma: salire in cima al monte coi cosi appesi a delle corde adibiti a trasporto di umani, scendere con slitte, mangiare formaggio e riscendere fino al hotel. Era scritto nel programma di portare vestiti adeguati. A me non piacciono gli ordini, quindi, mentre gli altri sono con pantaloni da sci waterproof, caschi, guanti, giubbotti da sciumacher, io sono in jeans, con lumberjack vecchi di 10 anni e senza guanti.

Tempo inclemente: vento, quindi i cosi su corde non vanno. Si cammina nella neve fino al cazzo di ristorante trascinando la slitta. Fantastico. 45 minuti di camminata condita da bestemmie a profusione. Si arriva al ristorante.

Datemi da bere. E subito.

Mi arriva una bevanda a base di caffe grappa e panna. Bene. Ordino del vino, arriva il formaggio, riordino del vino. Ci arriva un kirsch, poi ordino una grappa.

Si scende. Merda. Vendo da ogni parte, neve ovunque, buio, non si capisce dove minchia bisogna andare. Sono tra gli ultimi e ovviamente seguo il gruppo sfigato che sbaglia strada. Arriviamo sotto al hotel e quindi 10 minuti a piedi in salita. Bestemmie silenziose a profusione.

L'organizzatore, ovvero il Filini, ci raccomanda di non bere troppi superalcolici per il budget. Hmmm... tu mi fai andare per 3 giorni a rompermi i coglioni e rischiare il congelamento su un cazzo di slittino di merda e io devo stare attento al tuo budget quando tu prenoti un hotel a 5 stelle. Are you kidding me???

Vado al banco e chiedo un gin tonic. Il bravo barista mi chiede quale gin: Sapphire, Gordon, Hendriks... lo fermo: dammi un Hendriks! Lui: con cetriolo e pepe? Of course!

(non mi hanno portato queste bocce con la tonica, ma il gin. Cercando le foto del gin ho trovato questa e mi sembrava più appropriata per tirare su il morale.)

Mi siedo col culo bagnato e sorseggio il drink. Ripassa lo stesso barista e facendogli un cenno furtivo intuisce le mie intenzioni e mi porta un altro. Ripetiamo la stessa pantomima altre 6 volte. I colleghi pensavano che avessi sete e che il drink fosse acqua tonica. Cazzoni.


Ps: Se non erro il gin Hendriks tonic era 22 franchi. Filini il tuo budget te lo puoi comodamente infilare nell'ano.

mercoledì 8 gennaio 2014

Zimbello

Ogni tanto mi vengono in mente cose. Per esempio oggi mi sono ricordato di un post scritto anni fa da Chinaski (che ora si fa chiamare col vero nome). Il post era poi scomparso dal suo blog. Oggi l'ho cercato con l'amico google e l'ho trovato. Ciò mi ha fatto molto felice. E con gioia lo copincollo qua. Leggete e ridete. E sentitevi zimbelli anche voi.



Zimbello dentro

Siccome essere dedotto mi svilisce, cerco sempre di passare inosservato, se posso, e cerco sempre di non dare pretesti alla gente per farsi un’idea di quello che sono. Non sempre, però, riesco a non dare nell’occhio e a non farmi riconoscere praticamente subito. Basti considerare il fatto che sono maldestro e che lo sono sia perché, come ho detto tempo fa, ho una percezione distorta del mio corpo nello spazio, sia per un motivo prettamente psicologico, ovvero che il mio cervello rende benissimo fino al primo errore, ma se commette il primo errore cede di schianto e infila, per sconforto, una serie negativa di piccoli incidenti auto-mortificanti.
Per fare un esempio, tempo fa, al supermercato, è andato tutto bene fino al momento che sono arrivato in cassa, dove, per colpa di una donna ostile, si è svolta la seguente situazione:

Chinaski: ciao!
Cassiera: umpf.
Chinaski: mi dai una borsa?

La cassiera borbotta qualcosa di incomprensibile. Chinaski capisce “una borsa?” e risponde di conseguenza.
Chinaski: sì, una.

La cassiera lo guarda come Chinaski guarderebbe la cassiera se non avesse bisogno di lei per uscire dal supermercato con la spesa.
Cassiera: ho detto se ha la nostra tessera.
Chinaski: ah. No.
La cassiera gli dà la borsa. A questo punto, il cervello di Chinaski si sente umiliato per quell’errore di comprensione. Comincia un fitto dialogo tra i due.
Cervello di Chinaski: è finita.
Chinaski (infilando la spesa nella borsa): ma dai! Per così poco…
Cervello: sono un fallito. Non capisco le parole.
Chinaski: ha parlato a bassa voce.
Cervello: un tempo l’avrei capito. Era facile.
Cassiera: sono 32 euro e 15 centesimi.
Cervello: occhio che devi pagare.
Chinaski (sempre impegnato con la spesa): sì, vado. Quanto ha detto?
Cervello: boh. Ventidue euro e qualcosa.
Chinaski porge una banconota da venti e una da cinque. Sorride.

Cervello: aspetta, forse era…
Cassiera: No. Sono trentadue e…
Chinaski: cosa?
Cervello: sono un fallimento.
Chinaski: non parlavo con te.
Cassiera: …quindici centesimi.
Cervello: dai quindici centesimi alla troia.
Chinaski, confuso, dà alla cassiera altri venti euro.

Cassiera: non ha quindici centesimi?
Cervello: non darglieli!
Chinaski: ehm. No.
Dal portafogli gli cade una manciata di monetine da cinque e dieci centesimi. La cassiera ne raccoglie un paio e scuote la testa come a dire, testualmente, che stronzo.

Cervello: sempre peggio. Ora ti odia.
Chinaski: andiamocene via.
Cervello: prendi lo scontrino, almeno.
Chinaski prende lo scontrino e abbandona la cassa. Si sente già meglio, arriva fino agli ascensori.

Cervello: l’hai presa tu, la spesa?
Chinaski: ma porca…
Cassiera (correndo verso Chinaski con la spesa): signore!!!
Cervello: oddio, che figura. Sento che sto per farmela addosso. Ti ha chiamato signore? Te l’avevo detto di farti la barba. Che giornata terrib…
Chinaski: per l’amor di Dio, zitto! Ehm, grazie, grazie.
La cassiera porge la spesa. Chinaski la prende e poi entra in ascensore, pestando un piede a una signora.Le porte dell’ascensore si chiudono.

Per evitare questi drammatici episodi, ho dovuto elaborare una linea di comportamento basata su una semplice regola: qualsiasi cosa succeda, fingi di averla voluta.
Questo sistema riesce a sedare il mio cervello, che ultimamente ha imparato a mantenere la calma in ogni momento. È possibile dunque rivedere la situazione precedente, come andrebbe oggi, tenendo conto che gli errori, per quanto esposti in sequenza, sono da considerarsi isolati.

Chinaski: ciao!
Cassiera: umpf.
Chinaski: mi dai una borsa?
Cassiera (a bassa voce): ha la nostra tessera?
Chinaski: sì, una.
Cassiera: ho detto se ha la nostra tessera.
Chinaski: ho capito. Sì, ne ho una.
Cassiera: me la dà, allora?
Chinaski: no. Oggi ho deciso di non usarla.

#
Cassiera: sono trentadue euro e 15 centesimi.

Chinaski porge venticinque euro.

Cassiera: ho detto trentadue e…
Chinaski: sì, avevo capito. Ma ho soltanto questi.
Cassiera: allora deve lasciare qualcosa.
Chinaski: sì.
Chinaski lascia parte della spesa. Poi se ne va, sorridente.
#
Cassiera (correndo verso Chinaski con la spesa): signore!!!
Chinaski (impassibile): cosa?
Cassiera: pant… pant… la sua spesa. L’ha dimenticata.
Chinaski: ah, no. Non la voglio più.
Cassiera: ma l’ha pagata.
Chinaski: sono ricco. La regali ai clienti più bisognosi.
#
Chinaski entra in ascensore e pesta un piede a una signora.
Signora: ahi!
Chinaski: così impari, puttana.

Giornalismo criminale

Di solito la cronaca nera non mi appassiona moltissimo, ma questa mattina ho letto questo articolo del corriere su un triplice omicidio in Piemonte. L'articolo mi sembrava un po' atroce, dato che quasi esplicitamente dava dell'assassino al figlio delle vittime.

Alcune parti dell'articolo (grassetto mio):

"«Maurizio non lavorava e questo non fa mai piacere a un genitore perbene. Comunque sia litigavano spesso e le grida si sentivano dalla strada». Ieri c’era riserbo, oggi si sono rotti gli argini della discrezione, c’è solo da scegliere. La comunità di via Defendente Ferrari ha il verdetto in tasca."

 «Ogni volta che Maurizio li andava a trovare c’erano sempre delle discussioni. Lui alzava così tanto il tono con la mamma che le sue urlate si sentivano in tutto il circondario, altroché». Sembra un canovaccio già recitato, già sentito, in altre villette simili a questa, in altri apparenti idilli domestici che solo dopo la tragedia non si rivelano più tali. All’inizio c’è la fase che prevede il peana della «famiglia normale», poi una volta passata l’impressione per quel crimine così vicino e individuato un presunto colpevole, all’improvviso tutti si ricordano di qualcosa che, «a pensarci bene», non andava, non funzionava.

Ma in particolare il passaggio finale dove paragona il figlio al famoso zio Michele:

"Massimo e Milena stavano passeggiando e l’occhio è caduto proprio su quel dettaglio, e d’accordo, il caso ci può anche stare, ma alzi la mano chi non ha pensato allo zio Michele di Avetrana che mentre lavora in un campo grande due ettari si imbatte, guarda un po’, nel cellulare di Sarah Scazzi. E così il lento pomeriggio davanti alla caserma con curiosi e giornalisti a scrutare oltre le inferriate, a chiedere lumi non su cosa sta accadendo, ma su quando accadrà, sembra a tutti una conseguenza, un tributo d’attesa da pagare a un finale in apparenza annunciato, quasi ineluttabile. I due fidanzati di Caselle restano chiusi là dentro fino a notte fonda, ognuno per sé, sempre più stretti."

Ora è uscita la notizia che hanno arrestato il presunto autore del delitto.
Spero che il figlio denunci Marco Imarisio, l'autore di questo articolo di merda (che mi sono salvato, dato che penso che il corriere per decenza lo cancellerà).

martedì 7 gennaio 2014

Le tragedie aziendali

Ritorno dopo un po' di tempo sul mio caro bloggo per continuare con la serie degli offsite/teambuilding.

Ne avevo già parlato una prima volta e poi una seconda. In cuor mio speravo di non avere più questi spunti, ma sembra che non ci sia 2 senza 3.

Preambolo

Tempo fa (estate) ho cambiato ufficio, ma mi sono tenuto il fido collega Slavko.







Abbiamo guadagnato un capo nuovo, svizzero ma con gioventù passata in Provenza, un ex banker che poi ha creato un hedge fund con amici. Visto che non guadagnavano troppo ha venduto la quota e si è riciclato da noi. Chiamiamolo Gekko - pettinatura molto simile. Sempre elegantissimo e intelligentissimo. Oltre che (relativamente) giovane.



Io e Slavko abbiamo passato un'estate divertente a fare cosucce simpatiche. Poi a settembre il capo ci annuncia che veniamo assorbiti dal nostro vecchio dipartimento - quello guidato da Begbie. Shit happens.


Inoltre abbiamo guadagnato tre nuovi colleghi: la Cowgirl che lavora oltre oceano (mai incontrata), il Canguro e Antonio.





Conclusione

Visto che ora abbiamo di nuovo il fido Filini svizzero a cui piace organizzare offsite siamo fregati di nuovo.


Così settimana prossima partenza alle 7 dalla stazione per andare in montagna a sciare. Io non scio. E visto che ho paura non ho alcuna intenzione di iniziare. Per non farci mancare niente andiamo proprio la settimana quando c'è la settimana dello sciatore gay. Che inculata.