martedì 6 dicembre 2011

Greed is good

Dicevo tempo fa che avrei fatto un discorso sociologico sulla finanza e sui banchieri. Ed ecco che la minaccia si concretizza! 


L'ispirazione sono i discorsi sui "poteri forti", sul fatto che i banchieri determinano la direzione del sistema economico, che la crisi è stata causata volutamente  dalle banche.






Visto che lavoro nell'ambiente invero mi onora vedere che c'è gente che pensa che la finanza sia Dio e quindi io, vestito coi paramenti sacri (giacca, camicia, cravatta), mi posso considerare un sacerdote. Ecco, mi viene già da ridere.


Ah, ocio, che stasera già sento che vado lungo - si ringrazia per questo post lo sponsor Château Saint-André produttore di un ottimo Gigondas del 2010 (eh, lo so, un po' giovane, ma meglio morire da piccoli che vedere sto schifo da grandi).


Dicevo. La finanza.


Quello che voglio confutare è il potere che viene attribuito ai banchieri.


- Crisi: sento gente dire che la crisi sia stata causata volutamente dalle grandi banche. Geniale. Prima crisi (parlando di robe recenti, senza andare fino a new economy, fallimento della Savings & Loans, etc...): mutui subprime. Lehman bros fallita, Bear Stearns comprata per un tozzo di pane, quasi tutte le banche hanno ricevuto iniezioni di capitale dagli stati (p.es Royal Bank of Scotland è posseduta dallo stato britannico). Cioè, si vuol far passare l'idea che i banchieri giusto per dare fastidio al mondo creano una crisi e poi quasi falliscono. Oh, e guardate che le banche licenziano come niente - arriva il capoccia in ufficio e dice ai 10 dipendenti "a fine mese restate in 5". E via a farsi il culo a vicenda. 






Quello che voglio dire è che negli anni di crisi le banche perdono: anche la miticizzata Goldman Sachs nell'ultimo trimestre ha fatto una perdita di 393 milioni di dollari. E per le banche avere lo Stato tra gli azionisti è una rottura di palle infinita, perché poi questi statali vengono a metter il becco sui bonus e quello è sacro per le banche d'investimento. Quindi appena possibile hanno ripagato i debiti con lo Stato e via, business as usual. Quello che è vero è che tante banche comunque sono tornate a guadagnare - ma come dice Taleb le banche guadagnano ogni anno poco, per tanti anni e poi pufff, disastro, in un giorno bruciano tutto il guadagno di anni o decenni.




Infatti un altro discorso, meno insensato, è che la crisi è stata causata involontariamente dalle banche. Questo è quasi corretto. L'avidità delle banche ha avuto senza dubbio un ruolo nella bolla della new economy, nella crisi dei subprime e nella bolla immobiliare ecc... Ma sull'ignoranza bancaria va letto il Black Swan del mio adorato Taleb.
Oppure guardare la lista delle maggiori perdite per colpa di una sola persona, perché le banche instillano l'avidità nei dipendenti, ma poi l'avidità si ritorce contro.






Il concetto è che le banche e la finanza in generale sono uno strumento, il ruolo dello Stato è gestire gli strumenti limitando gli eccessi e regolamentando. 




Ora passo alla filosofia e sociologia - dicevo che vado lungo.






Le banche devono fare soldi. E non lo fanno (solo) per loro, ma per gli azionisti. Si dice "creare valore per gli azionisti", questo è il ruolo di (quasi ) tutte le banche. Non è "la pace nel mondo" o "più figa per tutti", no, è dare soldi agli azionisti. Fare utili e distribuire dividendi. L'avidità alla fine non è il motivo, l'avidità è necessaria per stimolare i dipendenti a produrre.


Fare profitto. Basta, fine, semplice. E come fanno soldi? Prendendo a prestito soldi e prestarli ad un tasso più alto, comprare titoli finanziari (bond, azioni ecc..) ad un prezzo e venderli ad un prezzo superiore, inventare nuovi prodotti e incassare commissioni, piazzare bond/azioni sul mercato e prendere la commissione, negoziare titoli ed incassare il bid-ask spread (un altro spread non quello di cui si parla oggi), ecc...


Massimizzazione del profitto è il credo delle banche e di tutte le aziende - non pensate mica che le altre aziende lavorino per la gloria - la Fiat non fa mica macchine, perché agli Agnelli piace vedere gli ingorghi in tutte le città! No, gli Agnelli sono esteti, a loro non piacciono gli ingorghi, ma per vivere da esteti si abbisogna di danaro, ergo bisogna fare profitto.


Il ruolo dello Stato (della politica) è di "regolamentare". Questo è mancato negli ultimi anni, perché si è liberalizzato troppo. E non si venga ora a far discorsi demagogici, quasi tutti i partiti hanno cavalcato l'onda delle liberalizzazioni, perché era di moda. Il credo liberale di stampo anglosassone, Reagan e Thatcher. Quindi io punto il dito contro la politica, perché la politica doveva regolamentare le banche.








Ora passiamo alla sociologia: i bancari.


Ne ho visti moltissimi delle grandi banche d'investimento anglosassoni. Praticamente tutti sotto i 40 anni. I bancari sono giovani - non è un mestiere da vecchi. Generalizzando molto, in base alle mie osservazioni e direi che ci sono diverse categorie di banker:
- giovine furbo di successo: inizia dopo la laurea, fiuta dove c'é più grana (sales o trader o M&A), si catapulta, si fa un mega culo per dieci anni, guadagna poco di fisso (100,000 sterline - si, è poco per i "veri" bankers), ma ha il bonus legato alla performance. In anni buoni ("bull market") il bonus è più alto del fisso e per i più bravi può essere molto elevato. Questi giovini furbi non invecchiano in banca. Perché fare il trader è stressante - passare le giornate davanti a molti monitor è stancante (minimo 3, ma ho visto anche gente con 9 monitor), fare il sales è come il venditore di bibbie porta a porta, M&A possono lavorare giorno e notte quando devono concludere un deal. Questa tipologia dopo 10-15-20 anni si ritira. Ha risparmiato parte dei bonus e poi si gode la vita facendo qualcosa di meno stressante - investono in ristoranti nella city, si ritirano a meditare, uno che conosco (di TS) si è comprato un B&B in Brasile e durante la crisi ha accettato di farsi licenziare (=liquidazione). Un esempio eccezionale della prima categoria è il Taleb: ha lavorato per anni per le migliori banche, si è fatto i soldi (durante le crisi anticipando correttamente i crolli) e ora fa il filosofo/esteta.






- giovine meno furbo: uguale come sopra, ma meno di successo. E meno capace. Quindi continuano a lavorare per necessità.
- ambizioso/workaholic: sono quelli che restano. Non importa se sono bravi o meno, a loro piace il lavoro. Restano per ore in ufficio. Vogliono far carriera, sono ambiziosi. Di solito non hanno una grande vita sociale. Ma a loro la finanza piace. 
- incapaci leccaculo: anche questi restano. Di norma guadagnano anche bene, perché sono quelli che fanno carriera. Perché per il meccanismo di progressione tipico delle aziende riescono a far carriera grazie all'abilità di far piacere al superiore. Esistono varie valide teorie su chi diventa "capo", come il principio di Dilbert:



 "leadership is nature's way of removing morons from the productive flow"

Scott Adams l'autore di Dilbert lo spiega così:
"I wrote The Dilbert Principle around the concept that in many cases the least competent, least smart people are promoted, simply because they’re the ones you don’t want doing actual work. You want them ordering the doughnuts and yelling at people for not doing their assignments—you know, the easy work. Your heart surgeons and your computer programmers—your smart people—aren’t in management. That principle was literally happening everywhere." 

Simile il principio di Peter:
"in a hierarchy every employee tends to rise to his level of incompetence", meaning that employees tend to be promoted until they reach a position at which they cannot work competently. It was formulated by Dr. Laurence J. Peter and Raymond Hull in their 1969 book The Peter Principle, a humorous treatise which also introduced the "salutary science of hierarchiology."




Questa classificazione aiuta a chiarire che quelli che lavorano in banca non sono geni - i veri geni la abbandonano dopo aver guadagnato e si godono la vita! Capito?


Inoltre, i meccanismi delle banche sono poco controllabili. Ogni dipartimento ha obiettivo di far soldi. Visione di breve termine. I giovini furbi di successo raramente restano nella stessa banca per anni. Di norma dopo 3 anni cambiano. Quindi: quando c'è panico: vendere, vendere, vendere. Ma la finanza è autoriflessiva (mia traduzione di "reflexivity", definizione usata da George Soros), nel senso che l'osservatore è anche agente e quindi influenza gli eventi:


"Reflexivity is discordant with equilibrium theory, which stipulates that markets move towards equilibrium and that non-equilibrium fluctuations are merely random noise that will soon be corrected. In equilibrium theory, prices in the long run at equilibrium reflect the underlying fundamentals, which are unaffected by prices. Reflexivity asserts that prices do in fact influence the fundamentals and that these newly-influenced set of fundamentals then proceed to change expectations, thus influencing prices; the process continues in a self-reinforcing pattern. Because the pattern is self-reinforcing, markets tend towards disequilibrium. Sooner or later they reach a point where the sentiment is reversed and negative expectations become self-reinforcing in the downward direction, thereby explaining the familiar pattern of boom and bust cycles. An examples Soros cites is the willingness of banks to ease lending standards for real estate loans when prices are rising, then raising standards when real estate prices are falling, reinforcing the boom and bust cycle."


L'esempio odierno è che le banche vendono i BTP e vendendoli provocano la discesa dei prezzi. La caduta provoca altre vendite, perché il prezzo più basso conferma che il "prodotto" non è buono. Questo è rinforzato dai meccanismi interni - tutti usano gli stessi modelli di risk management che portano le banche a seguire il tipico "herd behavior", cioè fanno tutti lo stesso.








Ho avuto una piccola rivelazione da giovane (giovane... 28 anni...) quando si discuteva con un banker di una proposta per un'operazione abbastanza complicata. Dopo 3 ore di riunione qualcuno fa: "ma scusa, ma la tua banca accetta questa soluzione? In questo modo ve la prendete in culo voi se va male." Lui "si, ma lasciate a me convincere il mio risk management - tanto loro sta roba non la capiscono. E poi io tra 2 anni lavorerò in un'altra banca". Chiaro?


Il problema principale sono gli incentivi a breve termine (bonus). Ricordate Gordon Gekko? Greed is good! È l'evoluzione del concetto di "mano invisibile". Liberismo. Egoismo. Cazzi miei.









Ultima considerazione: il sistema è sbagliato, su questo sono d'accordo.






La soluzione?





Un po' di sana decrescita, smettere di consumare per il gusto di consumare e/o di imitare...










Infine sarebbe ora di smetterla di seguire gli Usa e copiare il Bhutan, ostia!












"In the Kingdom of Druk, where cypresses grow,
Refuge of the glorious monastic and civil traditions,
The King of Druk, precious sovereign,
His being is eternal, his reign prosperous,
The enlightenment teachings thrive and flourish,
May the people shine like the sun of peace and happiness!"

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