mercoledì 12 febbraio 2014

La Giornata del Dimenticatoio

Oggi, oltre ad essere il Darwin Day, è anche la giornata mondiale del Dimenticatoio. Ve ne siete dimenticati? Avete fatto bene, perché oggi bisogna dimenticare.

Il concetto di "Dimenticatoio" mi ha sempre affascinato, fin da bambino quando me lo immaginavo come un enorme contenitore in bronzo dai bordi dorati. Lì dove vanno a finire le cose che non si usano, tipo le parole desuete come facondia, solipsista o postribolo, oppure le cose scomode come il progetto lavorativo che vuoi sapientemente sabotare, dimenticandolo e facendolo dimenticare (funziona in modo egregio). Lì vanno a finire anche ricordi scomodi che è più piacevole evitare.

Mi fa piacere che proprio oggi si festeggi il Saggio Dimenticatoio, visto che nei giorni scorsi mi è capitato di discutere spesso, più spesso di quanto volessi, del Ricordo. Tutto è partito con alcuni post su facebook sul Cristicchi celebre musicista/attore e il suo recente spettacolo teatrale.




In seguito alcuni concittadini di origine italiana (un po' ingenuamente) mi hanno chiesto chiarimenti sugli esuli istriani, dato che erano sinceramente interessati a capire meglio questi fatti storici. Così, probabilmente sorprendendoli per la mia insolita foga, mi è capitato di ricordare fatti e/o persone dimenticate, diffondendo alcuni articoli sulle foibe o su pericolosi accostamenti e ho anche segnalato qualche pagina FB con foto che ricordano alcuni fatti dimenticati:


Poi ho spiegato dov'è Basovizza e chi sono gli Eroi di Basovizza e quanta tristezza provocano a persone democratiche ed educate questi maleducati visitatori sul nostro Carso:


Ho aggiunto ancora qualche campo di concentramento un po' sconosciuto e dimenticato ed altri ameni crimini obnubilati. Poi pubblico un post molto equilibrato e pacato scritto da una triestina a Roma che si conclude così:

"La legge istitutiva del Giorno del Ricordo prevede che il 10 febbraio vadano approfondite, oltre alla questione dell’Esodo e delle Foibe, “le più complesse vicende del confine orientale”. Il mio augurio, caro amico romano, è che lo si inizi a fare per davvero. E che, magari, lo si faccia basandosi su solide fonti storiche, piuttosto che sull’emozione che può suscitare uno sceneggiato TV o una canzonetta più o meno orecchiabile."

Su questo mi risponde un romano interessato ad approfondire la storia a cui consiglio 3 libri:
- Foibe di Joze Pirjevec edito da Einaudi
- L'Italia e il confine orientale di Marina Cattaruzza edito da Il Mulino
- Il confine degli altri di Marta Verginella edito da Donzelli Editore

Poi si palesa anche un figlio di esuli che ci ricorda delle persecuzioni subite dai genitori e parenti in quanto italiani in istria, ma parla di "titini di merda", dimenticando che i partigiani dell'esercito jugoslavo (titini ha sempre un connotato negativo) hanno anche combattuto contro i nazi-fascisti che avevano occupato territori abitati da popolazioni miste. E i nazi-fascisti all'epoca si erano dimenticati di usare la dovuta civiltà. Per 20 anni. Ma dimentichiamolo approfittando della Giornata del Dimenticatoio che è stata istituita apposta. Perché uno dei migliori commenti al post della triestina è questo:

"perché non parliamo anche della brutalità dei pirati Istri che attaccavano le navi commerciali romane per depredarle o della ferocia dei Turchi che cercarono di cacciare (e quasi sempre ci riuscirono) i Veneziani dall’Istria e dalla Dalmazia? Fino a quando dobbiamo risalire nella memoria storica?"

Io direi che nel giorno del Ricordo sarebbe bene ricordare tutta la storia e non solo quella che piace a noi, ma l'essere umano difficilmente è obiettivo quando la storia lo tocca di persona. Quindi approfittiamo della Giornata del Dimenticatoio che è stata istituita apposta. Quindi care genti, se proprio non riuscite a ricordare bene, dimenticate.

 E chiudiamo con dei versi di France Prešeren:

Živé naj vsi naródi, Vivano tutti i popoli
ki hrepené dočakat dan, che anelano al giorno
da, koder sonce hodi, in cui la discordia verrà sradicata dal mondo
prepir iz svéta bo pregnan, ed in cui ogni nostro connazionale
da rojak sarà libero,
prost bo vsak, ed in cui il vicino
ne vrag, le sosed bo mejak! non un diavolo, ma sarà un amico!


Ora mi guarderei con piacere uno di quei film partigiani trasmessi da Tele Capodistria dove i tedeschi erano cattivi e i partigiani buonissimi e intelligentissimi.



Ma anche un corto di Smeriglia va bene.



Dimenticate gente, dimenticate.


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