mercoledì 8 gennaio 2014

Zimbello

Ogni tanto mi vengono in mente cose. Per esempio oggi mi sono ricordato di un post scritto anni fa da Chinaski (che ora si fa chiamare col vero nome). Il post era poi scomparso dal suo blog. Oggi l'ho cercato con l'amico google e l'ho trovato. Ciò mi ha fatto molto felice. E con gioia lo copincollo qua. Leggete e ridete. E sentitevi zimbelli anche voi.



Zimbello dentro

Siccome essere dedotto mi svilisce, cerco sempre di passare inosservato, se posso, e cerco sempre di non dare pretesti alla gente per farsi un’idea di quello che sono. Non sempre, però, riesco a non dare nell’occhio e a non farmi riconoscere praticamente subito. Basti considerare il fatto che sono maldestro e che lo sono sia perché, come ho detto tempo fa, ho una percezione distorta del mio corpo nello spazio, sia per un motivo prettamente psicologico, ovvero che il mio cervello rende benissimo fino al primo errore, ma se commette il primo errore cede di schianto e infila, per sconforto, una serie negativa di piccoli incidenti auto-mortificanti.
Per fare un esempio, tempo fa, al supermercato, è andato tutto bene fino al momento che sono arrivato in cassa, dove, per colpa di una donna ostile, si è svolta la seguente situazione:

Chinaski: ciao!
Cassiera: umpf.
Chinaski: mi dai una borsa?

La cassiera borbotta qualcosa di incomprensibile. Chinaski capisce “una borsa?” e risponde di conseguenza.
Chinaski: sì, una.

La cassiera lo guarda come Chinaski guarderebbe la cassiera se non avesse bisogno di lei per uscire dal supermercato con la spesa.
Cassiera: ho detto se ha la nostra tessera.
Chinaski: ah. No.
La cassiera gli dà la borsa. A questo punto, il cervello di Chinaski si sente umiliato per quell’errore di comprensione. Comincia un fitto dialogo tra i due.
Cervello di Chinaski: è finita.
Chinaski (infilando la spesa nella borsa): ma dai! Per così poco…
Cervello: sono un fallito. Non capisco le parole.
Chinaski: ha parlato a bassa voce.
Cervello: un tempo l’avrei capito. Era facile.
Cassiera: sono 32 euro e 15 centesimi.
Cervello: occhio che devi pagare.
Chinaski (sempre impegnato con la spesa): sì, vado. Quanto ha detto?
Cervello: boh. Ventidue euro e qualcosa.
Chinaski porge una banconota da venti e una da cinque. Sorride.

Cervello: aspetta, forse era…
Cassiera: No. Sono trentadue e…
Chinaski: cosa?
Cervello: sono un fallimento.
Chinaski: non parlavo con te.
Cassiera: …quindici centesimi.
Cervello: dai quindici centesimi alla troia.
Chinaski, confuso, dà alla cassiera altri venti euro.

Cassiera: non ha quindici centesimi?
Cervello: non darglieli!
Chinaski: ehm. No.
Dal portafogli gli cade una manciata di monetine da cinque e dieci centesimi. La cassiera ne raccoglie un paio e scuote la testa come a dire, testualmente, che stronzo.

Cervello: sempre peggio. Ora ti odia.
Chinaski: andiamocene via.
Cervello: prendi lo scontrino, almeno.
Chinaski prende lo scontrino e abbandona la cassa. Si sente già meglio, arriva fino agli ascensori.

Cervello: l’hai presa tu, la spesa?
Chinaski: ma porca…
Cassiera (correndo verso Chinaski con la spesa): signore!!!
Cervello: oddio, che figura. Sento che sto per farmela addosso. Ti ha chiamato signore? Te l’avevo detto di farti la barba. Che giornata terrib…
Chinaski: per l’amor di Dio, zitto! Ehm, grazie, grazie.
La cassiera porge la spesa. Chinaski la prende e poi entra in ascensore, pestando un piede a una signora.Le porte dell’ascensore si chiudono.

Per evitare questi drammatici episodi, ho dovuto elaborare una linea di comportamento basata su una semplice regola: qualsiasi cosa succeda, fingi di averla voluta.
Questo sistema riesce a sedare il mio cervello, che ultimamente ha imparato a mantenere la calma in ogni momento. È possibile dunque rivedere la situazione precedente, come andrebbe oggi, tenendo conto che gli errori, per quanto esposti in sequenza, sono da considerarsi isolati.

Chinaski: ciao!
Cassiera: umpf.
Chinaski: mi dai una borsa?
Cassiera (a bassa voce): ha la nostra tessera?
Chinaski: sì, una.
Cassiera: ho detto se ha la nostra tessera.
Chinaski: ho capito. Sì, ne ho una.
Cassiera: me la dà, allora?
Chinaski: no. Oggi ho deciso di non usarla.

#
Cassiera: sono trentadue euro e 15 centesimi.

Chinaski porge venticinque euro.

Cassiera: ho detto trentadue e…
Chinaski: sì, avevo capito. Ma ho soltanto questi.
Cassiera: allora deve lasciare qualcosa.
Chinaski: sì.
Chinaski lascia parte della spesa. Poi se ne va, sorridente.
#
Cassiera (correndo verso Chinaski con la spesa): signore!!!
Chinaski (impassibile): cosa?
Cassiera: pant… pant… la sua spesa. L’ha dimenticata.
Chinaski: ah, no. Non la voglio più.
Cassiera: ma l’ha pagata.
Chinaski: sono ricco. La regali ai clienti più bisognosi.
#
Chinaski entra in ascensore e pesta un piede a una signora.
Signora: ahi!
Chinaski: così impari, puttana.

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