mercoledì 28 novembre 2012

È la seconda volta che ho dubitato dell'elvetismo

Come raccontai l'altro giorno ho avuto dei problemi con la burocrazia per la conversione della patente. E ho dubitato dell'elvetismo.

Oggi ho dubitato di nuovo. Chiedo venia al Dio Elvetico.

L'altro giorno l'impiegato della motorizzazione dopo aver constatato l'assenza del timbro sul modulo mi suggerisce di consegnare i documenti al Kriesbüro - diciamo l'ufficio comunale di zona. Oggi ci vado. Farfuglio alcune parole tedesche a caso mostrando il modulo. L'impiegato mi risponde in italiano. Bene: alle 8 di mattina non parlo bene tedesco e la situazione non migliora sostanzialmente col passare delle ore.

Spiego i miei problemi e il tipo mi guarda col tipico sguardo svizzero rivolto all'ignorante Ausländer: "e perché non torni alla Motorizzazione? Io ti posso autenticare la firma per 20 franchi e poi mandare le carte alla Motorizzazione" (pensando: "pirla, ti faccio pagare per metter un timbro inutile"). Vabbé, pago l'obolo e dubito di nuovo. E dubito se mai riavrò una patente.





Elvetismo: parola che pensavo non esistesse ma che invece esiste come "helvetismen" come mi ha insegnato oggi la prof di tedesco.

La spiegazione è che esiste il tedesco vero e proprio ("Hochdeutsch"), il tedesco svizzero scritto ("Schweizerhochdeutsch") e lo svizzero-tedesco (Schweizerdeutsch) che sarebbe il dialetto che si parla ma non si scrive. Nello Schweizerhochdeutsch ci sono appunto le parole svizzere, i famosi helvetismen.
Minchia, quante ne so.



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