giovedì 2 giugno 2011

La Fabbrica Rossa


Oggi sono andato alla Rote Fabrik, ex fabbrica trasformata in centro culturale: molto bello, vicino al lago, posto enorme, teatro, bar, sala concerti, di tutto di più. Un qualcosa che potrebbe essere l'OPP se a Ts non vigesse il NoSePol. Ma ora col sindaco stalinista chissà che gran robe succederanno!

Comunque divagazioni a parte andai in fabbrica per il concerto dei Jon Spencer Blues Explosion. Per chi non li conoscesse: "sei un ignorante musicale!".

Prima c'era un gruppo francese, i Mama Rosin: batteria, chitarra con un tipo con i capelli alla Valderrama, fisarmoniche con un francese che tentava di comunicare in inglish.

Facevano una specie di rivisitazione del blues/country degli anni 50 in chiave moderna: batteria che picchia e chitarra (o a volte anche banjo) molto aggressiva. Bravi. 45 minuti piacevoli.




Ma il bello del posto e del tipo di concerto è che per il gruppo di supporto stavo a 5 metri dal palco, ma per il gruppo principale stavo in prima fila con la birra appoggiata al palco. A volte la toglievo quando il cantante faceva un passo avanti. Sia per evitare che me la calpestasse che per evitare le gocce di sudore che copiosamente distribuiva. Sì, il cantante era iperattivo. Dopo due canzoni sudava come un maratoneta al 40esimo km. Inoltre ogni tanto sembrava praticasse sesso orale col microfono.

Qui un video a caso preso da youtube:




E qui due foto fatte stasera col telefonino:



A parte il cantante/chitarrista iperattivo in stile punk con voce alla Elvis e sudorazione copiosa, il batterista nonostante la faccina da bambino con problemi di apprendimento batteva le pelli alla grande. L'altro chitarrista sembrava un Marklar coi capelli un po' più corti e ancor più aplomb.

Hanno fatto un concerto tiratissimo, all'inizio con qualche disturbo sull'ampli del primo chitarrista che faceva delle distorsioni molto distorte e con il microfono troppo basso. Poi hanno aggiustato il tiro e sono partiti alla grande, qualche secondo tra una canzone e l'altro, una versione di Sweat lunghissima e sudatissima.



Poi il bis iper rumoroso: ultima canzone con il cantante che abbandona la chitarra in distorsione sull'ampli e si mette a giocare con quel strumento musicale che io mi ricordo con il nome di Traminer ma ha in realtà un nome diverso, batterista che voleva bucare i tamburi e l'altro chitarrista che svisava sol bottleneck. In tre han fatto più rumore di una squadra di operai serbi.

In definitiva un gran bel concerto in un gran bel posto. Se vi capitano nei paraggi ascoltateli.

4 commenti:

  1. Traminer, me son piega' de rider (no de bever come al solito).
    Forsi questo? http://en.wikipedia.org/wiki/Theremin
    Grafenberg

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  2. Ecco, grazie Grafenberg! sto nome proprio no me resta in testa. meio el traminer.

    e come sempre più cabernet e meno internet.

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  3. Eh, i ga sonà sabato ma nn proprio vizin. Il Miela infatti per noi Karsici no xe proprio drio l'angolo, come ben ne spiega l'aneddoto dell'oggi più vecio artista de Repen: "Kam grj's Tuml?" "U Trst!" "Tku delc?!?!".
    Per quel gavemo preferido ascoltar il vero Marklar in carne ed ossa a Praprot.
    Samo

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  4. tku dalec!! jaz sem mogo primt koriero 33 z jt u fabriko!

    z druge strani, ce jms tga resnega Marklarja zakaj jt du Trsta?

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