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venerdì 3 aprile 2020

Libri e liquidi

Oggi mi sono arrivate due cose.

Una scatola piena di scatole piene di birra. Visto che le piccole aziende hanno problemi ho deciso di aiutare il mio amico James Watt (il co-fondatore di BrewDog e mio recente amico su Facebook).

Or ora sto sorseggiando Clockwork Tangerine, una pale ale infusa con mandarino. Molto interessante - sulla falsariga di Elvis Juice che è infusa col pompelmo. Ottimo acquisto.




In contemporanea il postino mi ha portato anche il libro della cuoca slovena Ana Ros che gestisce il famoso ristorante Hisa Franko. Lo sfoglio questo weekend, visto che ho deciso di stare a casa. 



Ieri invece ho ricevuto la consegna dal mio procacciatore di vini naturali italiani, Mr. Viticolo - consiglio vivamente ai lettori elvetici! 

Nell'immagine sotto la selezioni. In particolare:
- Malibran: Prosecco col fondo - ha ancora i lieviti in bottiglia
- Ancarani: tutti i vini di questo produttore sono eccellenti
- Pa'Ro: quello con il culo sull'etichetta è uno dei migliori orange che ho provato




Questo mi ricorda un bellissimo libro che ho comprato l'anno scorso, Amber Revolution, scritto da un inglese che vive in Olanda. La cosa interessante è che parla dei produttori sloveni, FVG e georgiani.


La prima foto è di un volto noto carsolino.



Il famoso Gravner.



Il solito Radikon.


Inoltre il tipo ha anche approfondito la storia delle nostre terre.



Foto di gruppo.

Kristancic



La Brezanka


Dario Pricic




lunedì 21 marzo 2016

Birra Grunge

Zurigo offre un paio di bei posti per bere birra.


Uno dei miei preferiti in primavera-estate è il Fork & Bottle. Posto un pochino fuori mano, a Brunau, simpatico villaggio sotto il cavalcavia dell'autostrada. Nonostante il cavalcavia è in campagna, con tanto di animali (cavalli, capre...). C'è tanto spazio fuori con panche in stile sagra. 

Il posto è gestito da americani, quindi anche il menu ha un carattere yankee: hamburger, patatine fritte al tartufo con parmigiano, pulled pork, nachos con formaggio e porco. Il paradiso del colesterolo. Oltre a ciò hanno una vasta selezione di birre in bottiglia, molte provenienti dall'Italia. Il servizio è molto amichevole, i prezzi un po' eccessivi (una bottiglia di birra dai 10 franchi ovvero 9.18 EUR). Domenica ho provato la Grunge IPA, birra bergamasca. Buona, non come la mia preferita Punk IPA, ma bevibile.




Ambiente: pieno di immigrati che si fanno chiamare "expats". Quindi si sente in quasi solo inglese. Family-friendly visto lo spazio all'aperto. Personale anche molto amichevole. Per esempio ho ordinato una "fatal error" e il cameriere non capiva la mia pronuncia e mi prendeva per il culo.
Location: un po' fuori dal centro, ma sono 25 minuti a piedi da me (o 12 in autobus).
Cibo: gustoso e calorico.
Bevande: vasta scelta di birre, anche se due che volevo provare erano finite.
Prezzi: elveati
Voto: 4/5



sabato 19 aprile 2014

Santo Edonismo del Venerdì

Per festeggiare degnamente il periodo pasquale, cosa fare di meglio se non bere & mangiare?


Si parte con un prosecchino Conegliano Valdobbiate. Dato che è stagione di asparagi e ho scoperto che gli asparagi accompagnano bene le bollicine ho fatto dei tramezzini aperti con crema di asparagi.


Avevo un barattolino di paté di fegato d'oca che si accompagna benissimo con l'Essenzia, un vino delle Dolomit. Le uve si raccolgono a fine novembre/inizio dicembre quando i grappoli sono già attaccati dalla muffa nobile e la temperatura è già sotto zero. A parte che con il paté d'oca va anche bene con gorgonzola piccante o formaggi simili, dolci secchi e crostate. Ma è anche un ottimo vino da meditazione e da incontro. 
Alcool 9,5%.


Per proseguire coi bianco si è optato per un Roero Arneis. Vino dal colore giallo paglierino, presenta intense note fruttate e floreali, in particolare frutti esotici e mela, che in bocca si accompagnano ad una buona corposità, persistenza ed equilibrio.
Si abbina ad antipasti, io ho scelto la freschezza di crostini con avocado e mozzarella di bufala, con un filino d'olio, poco peperoncino e fleur de sel.
Alcool 13,5%


Il Verdicchio 2008 Le Giuncare aveva un bel colore giallo paglierino intenso.
Profumo: Fine, nitido, con sfumature di frutta tropicale di eccellente densità.
Sapore: Sapido, pieno, morbido, di notevole lunghezza e complessità. 
Un tale bianco invecchiato si sposa bene con qualche pesce gustoso. La scelta è caduta su un'insalata di patate e polpo.
Alcool 13,5%



L'ultimo bianco era il più particolare, un bianco fatto come il rosso e senza aggiunta di solfiti: Solata Cardinali, prodotto principalmente da uve malvasia e sauvignon, vino secco prodotto da uve ben mature, raccolte a mano, in cassette e pigiate ad acino intero senza aggiungere solfiti, vinificato in acciaio con una breve macerazione a contatto con le bucce.
Di colore ramato, brillante, vivo, intenso, fresco, aromatico, ampio, buona acidità e mineralità, ricco variegato pieno, di buona amalgama aromatica. Meglio non servire mai troppo freddo. 
Gli abbinamenti suggeriti sono primi di verdura, paste ripiene di zucca, carciofi, tempura di verdura, carni bianche speziate, carni rosse anche crude, formaggi di pasta molle ma stagionati, pesce grasso e acciughe.
A me ispirava l'abbinamento col carciofo e una tortilla mi sembrava il finger food ideale.

Alcool 14,5%.


 Finalmente siamo passati ai rossi. 
Involtini di bresaola con rucola e scaglie di Grana Padano e cantucci al gorgonzola e mandorle con pesto rosso per accompagnare la Sélection du Sommelier, il vino dedicato al mio Maestro Sommelier che ha partecipato alla "costruzione" del vino. Vitigni Sangiovese, Montepulciano e Cabernet Sauvignon. 
Appena aperto era un po' ostico, ma dopo un po' si è aperto ed era piacevole.
Alcool 12,5%.



Si continua con un Cabernet Sauvignon Tuttonatura 2010 simbiotico
Questo vino, rappresentativo della linea eco-simbiotica di Rubbia al Colle, si presenta color rosso scarlatto, con la struttura e la persistenza proprie del vitigno da cui nasce. Le note vegetali prevalgono su quelle balsamiche, così come intensi sono i sentori e gli aromi di frutti rossi. I vigneti da cui provengono le uve non subiscono trattamenti di sintesi e anche in cantina nessun intervento, né aggiunta di solfiti.    
 Va bene con le verdure cotte e crude, salumi e selvaggina, quindi ho portato un po' di prosciutto crudo Serrano, un salame-cambembert, ma anche un po' di formaggio (scamorzini affumicate, brie e brebis - anche se ho scoperto anni fa che i formaggi andrebbero mangiati col vino bianco, a me piace mangiar
Alcool 12,5%.



L'ultimo rosso era un Amarone neo-zelandese, Vin Alto Retico del 2003. Cioè non è un vero Amarone, visto che il Veneto non è in Nuova Zelanda e considerato che i vitigni utilizzati sono Merlot, Cabernet Franc e Montepulciano, ma il metodo di produzione "copia" l'Amarone. È un vino molto concentrato e caldo, sentori di frutta secca liquirizia e spezie esotiche orientali, gusto molto persistente. 
L'ultimo abbinamento era muffin di Roquefort e uvetta. Forse non molto appropriato, ma non avevamo più molta fame.
Alcool 15,5%.





Finale con un passito Dagoberthus di Wildbacher
  Le uve vengono raccolte manualmente verso la metà di Ottobre, operando una scrupolosa cernita dei grappoli migliori che vengono deposti in piccole cassette e destinati all’appassimento naturale nel fruttaio aziendale. L’appassimento si protrae fino al mese di Febbraio, dopodiché gli acini vengono sottoposti a pressatura/torchiatura. Il succo che viene estratto, concentrato e molto zuccherino, viene posto in caratelli di rovere dove avverrà la fermentazione alcolica.
Affinamento: 18 mesi in caratelli di rovere, successivamente in bottiglia per un minimo di 6 mesi.

Colore: rosso intenso e concentrato. Profumo: ampio e avvolgente, con sentori di frutta di bosco quali ribes e mirtillo e note balsamiche di erbe officinali e timo. Gusto: dolce ma non stucchevole, con tannini in giusto equilibrio con la freschezza data dalla buona acidità. Abbinamenti: vino da bersi anche da solo, per imparare a conoscerne l’enigmatica personalità, oppure da accompagnarsi con formaggi stagionati. Intrigante l’abbinamento con il cioccolato.
 Qui abbinato col tiramisù alle fragole. 
14%.


Digestione con limoncello e grappe.


“Wine is one of the most civilized things in the world and one of the most natural things of the world that has been brought to the greatest perfection, and it offers a greater range for enjoyment and appreciation than, possibly, any other purely sensory thing.”
― Ernest Hemingway

mercoledì 12 febbraio 2014

Lista dei bar zurighesi

  *** Lista in aggiornamento***


Aggiornamento Febbraio 2014


Kaiser Franz
Miglior scelta di birra della città. Il barista Rudi trasmette la sua infinita passione per la birra e non ti fa uscire senza aver provato una quantità adeguata di bevande al luppolo. Inoltre ha una più che discreta selezione di gin et altri superalcolici.

Vineria Centrale
Per gustare un aperitivo italiano il giovedì. Buoni vini, un paio di cocktail, bellissimo bancone, ottimo cibo. Clientela varia ma spesso tanti italiani.

Bonesklinic
È il mitico bar sotto casa. Non esiste posto migliore: juke box con buona musica, avventori tra il metal e il punk, baristi simpatici, idromele a fiumi, sui muri appese spade, corna e reggiseni. Semplicemente fantastico

63
Sta proprio vis-a-vis a Kaiser Franz. Infatti non ci vado da quando ha aperto il bar Rudi. Ma ha un'ampia selezione di rum.

Central
Bar rinnovato. Un paio di robe da mangiare (non provate ancora), una bellissima lista, con pochi cocktail ma fatti bene. Il caffè lo fanno con la moka. Bello da vedere. Purtroppo è sempre infestato di hipsters, ma si sopravvive.

Olé olé
Uno dei locali storici. Prima era gestito da dei vecchietti, ora lo hanno preso 3 ragazzuole e sembra funzionare bene.

Bar mattutini

Bubbles
Buon bar per colazione/brunch. Rilassato, bariste simpatiche.

Sphères
Bello: ci sono libri e il caffè è buono (cosa alquanto rara).

Zum Guten Gluck
Altro bar che offre buon caffè e anche cibo. Altro punto a favore: è a Wiedikon.

Bettola di Shmiede-Wiedikon
Postaccio in stile Saint-Jacques (ovvero San Giacomo, quartiere operaio di Trst ove ci sono ancora tante bettole), solo vecchi, alcuni sembrano ex-tossici, altri non tanto ex. D'estate c'è un tipo coi capelli lunghi e grigi che griglia i bratwurts. Altro punto a favore: i hipsters non l'hanno ancora scoperto.

********************

Plüsch
Bar simile al vicino Si o No, ma mi trovo più a casa al Si o No.

Pousche
Bar bulgaro! Cioè gestito da bulgari che fanno il miglior strudel di Zurigo, anche unico che ho provato, ma oggettivamente molto buono.

Si o No
Bar del mio bel quartiere Wiedikon, come il Fora per Fora ha due entrate e due uscite, bar alla buona quasi scrauso.

Terrasse
Bar fighetto con ristorante. Molto posh. Ben frequentato, merita un giretto panoramico all'ora dell'aperitivo. Non ci vado da anni.

Henrici
Café in zona Niederdorf, posto accogliente, buon caffè, si può mangiare qualcosa, di norma buona musica a volume parlante - cioè che si può parlare. Poca scelta di vini, ma hanno un Ripasso Valpolicella proprio buono (e te credo visto che lo fanno pagare 9 franchi).

Zähringer
Uno dei miei posti preferiti tempo fa. Sempre in Niederdorf, arredamento tipo bettola, cibo "bio" casalingo, cameriere di 70 anni con barba bianca e coda di cavallo in tinta.

Andorra
Zona centrale, Niederdorfstrasse, bel bancone, un ventilatore strano sul soffitto, cameriere simpatiche, ben frequentato.
Ampia scelta di birre: 1664, Hoegaarden, Kilkenny alla spina e varie in bottiglia (ceche, belghe e locali). Non ci vado da anni.

Dynamo
Promettente centro giovanile/culturale.
Il bar è carino, ma purtroppo soffre della sindrome da design moderno di cui soffrono molti bar: sembra che usino tutti lo stesso architetto senza fantasia, luci soffuse, mobili minimalisti... la noia. Un po' come il bar Primo a Trieste che era un bar con personalità e adesso sembra la copia di un qualsiasi inutile bar milanese.

Kafi für Dich
Zona Langstrasse (il quartiere più vivace dove c'è anche il quartiere a luci rosse)
Bel cafè da brunch domenicale

Lokal
Posto alternativo sul fiume Sihl, due piani/due bar, un grande scheletro appeso al soffitto, dei Che Guevara sui muri, concerti ogni sabato, gente assai alternativa. Continuo ad andarci.

Odeon
In centro a Bellevue (piazza dove il fiume Limmat si congiunge col lago)
Stile baretto francese, bello per un caffè o per mangiare qualcosa.

Bar Sol
Vicino alla mia futura casa, fuori dalla fermata del treno Giesshubel.
Bar in stile spagnolo con tapas. Chiuso, ovvero cambiato stile e non ci vado più.

Total
Il mio bar preferito finora. Nel quartiere a luci rosse, scrauso quanto basta, piccolino e con bella gente, ideale per un aperitivo a base di pastis (5 tipi diversi), fanno pure lo Spriz Aperol!
Come viene giustamente notato nei commenti, dimenticavo che servono il Braulio e anche il Braulio Riserva!

Widder Bar
Il bar dell'omonimo hotel. Molto chic, una statua di un ariete all'entrata (Widder vuol dire ariete), bel design moderno, dietro al banco tantissime bottiglie. Prezzi impegnativi... 20 chf per un cocktail. Ma merita una visita.
Per gli amanti di whiskey la lista è ampia con l'incipit:
"you can never plan the future by the past, but you can always enjoy the moment"
Si può gustare un buon Ardbeg invecchiato 40 anni: 1500 chf per un bicchierino di 4 cl. Prosit!

Zuri Bar
Probabilmente il bar più scrauso della zona fighetta Niederdorfstrasse.
Bancone circolare, non hanno birra alla spina, solo bottiglie. Gente stramba dentro (tatuati con piercing, giubbotti di pelle...). Vicino c'è un altro bar simile, più grande con il calcetto.

martedì 4 febbraio 2014

Studio

Quando non sono impegnato a fare cose e vedere gente, studio. Ad esempio ho studiato i cocktail. Ma mica da ubriacone, l'ho fatto scientificamente seguendo un corso.

Ma non solo cocktail: abbiamo cucinato

 Assaggiato

Decorato - questo è il mio delfino

 e questo il mio fiore di zucchina e carota

Il mazzo

I cinesini


Un Marsala.

E un Vermut. Lo avete mai bevuto il Vermut? Io no, solo il Martini e per colpa di questo handicap non ho mai approfondito la conoscenza coi Vermut. Questo invece è eccezionale. Da provare.




Ed ecco alcune creazioni.










Alla fine c'era pure l'esame: sono stato il secondo migliore nella prova scritta e secondo migliore nella prova pratica con il Porto Flip. E me ne vanto.



Finito questo corso ho iniziato un altro che verte sull'insegnamento delle modalità di assaggio e degustazione del vino.

Prima lezione sabato. Si parte alle 9. Alle 10 degustiamo il primo prosecchino, giusto per sciacquarmi la bocca ancora impastata.  Con i vini il Maestro Sommelier parte con le supercazzole: "eh, questo vino è giovane, si sente aromi di more... hmmm... fragole... sentiamo un gusto floreale... tabacco... cuoio....".
Cuoio?? Mi annuso le scarpe per confronto e cuoio non lo sento mica. E neanche tabacco. O altre minchiate. Mah, a me sembrava vino... mi è venuta in mente una visita ad una fiera vinicola a Parigi dove andai con due colleghi. Uno esperto di vini ed uno, come me, bevitore di vini. Assaggiamo un vino decisamente buono, imbottigliato tipo 6-7 anni prima. Poi assaggiamo la versione di 2 anni prima. Il collega esperto fa "eh, quello di prima era decisamente migliore!". Al che il produttore, serio, risponde: "Sì, ma immaginalo fra 5 anni!". Io e l'altro bevitore ci guardammo scettici mentre i due esperti continuarono a cianciare. Noi ci versammo ancora un assaggio e continuammo a degustare.
 
Mi sa che al massimo le mie degustazioni saranno così:





sabato 16 febbraio 2013

E mi arrestarono il barista.

Ultimamente la mia socialità si esprime in aperitivi ed avvenimenti vari.

Oggi gli spunti per l'aperitivo erano:
a) amica che voleva andare in un club (dove non siamo mai arrivati)
b) collega bisiaca che ospita amica tatuatrice che cerca (e trova) stage a Zurigo e la collega mi chiede di portarle in giro, visto che non è esperta di vita notturna.

Metto assieme i due spunti e invito anche altra gente al mio bar preferito. Quello sotto casa.

Quindi dalle 6.30 si raduna una dozzina di persone. Beviamo birre e vino al miele ed io sono contento di portare gente al mio bar, il mio barista è contento di avere gente. Poi oggi il bar era pieno con una buona rappresentanza di giovani metallari e punk. Uno aveva anche una gran cresta.

Dato che negli ultimi giorni sono passato un paio di volte i baristi mi conoscono. C'è il fratello giovane del gestore che parla anche inglese e quindi comunichiamo. Il gestore ha i capelli lunghi e non comunica in inglese. Oggi viene da me per dirmi in Schwizerenglisch che la volta prima mi ha fatto pagare 2 franchi in più e quindi mi offre il prossimo giro. Commovente. Il servizio è il più amichevole mai trovato da quando sono in giro per l'Europa. L'unico che compete è il bar ZeroZero a Parigi che ogni tanto offriva ostriche agli avventori.

Oggi eravamo lì e c'era questa collega bisiaca con cui di solito bevo caffè al lavoro, ma non siamo mai usciti, quindi non siamo in gran confidenza. E c'era il suo ragazzo che è anche un collega, ma uno che lavora nella sede centrale e un po' più sul fighetto andante. L'amica della collega è una tatuatrice e quindi persona a modo. Ma ovviamente con i colleghi poco conosciuti si cerca di non fare troppo il buzzurro - e su questo mi devo impegnare.

Bene. Mi impegno e la serata passa allegra, tra drinks, risate e discorsi vari.

Verso le 9 decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Sto per andare a chiedere il conto quando irrompe la polizia in assetto anti-sommossa. Porca troia. Che cazzo succede? Dov'è Ziddari che grida "Pulademmerda"?

Sono almeno una decina con i giubbetti antiproiettile. Ci intimano di mettere le mani sul tavolo. Tutti calmi, nessuno fiata tranne la ticinese al nostro tavolo che ri-grida le istruzioni (mettete le mani sul tavolo) in italiano.

L'operazione dura un paio di minuti. I metal-punk stanno buoni, noi non fiatiamo. Andandosene i poliziotti ci augurano buona serata. Graziealcazzo.

Vado dal barista per chiedere il conto ma mi fa: "Scusa un attimo, hanno arrestato mio fratello, vado a vedere fuori cosa succede". E mi lascia lì con la fila educata di giovani metal-punk che passata la pula vogliono da bere.

Dopo un po' torna, mi fa il conto. Lo vedo un po' scosso e chiedo come va col Bruder. Male. Lo hanno portato via. Chiedo perché. Indignato mi fa: "ma niente, non ha fatto niente...  poliziotti di merda... è almeno 4-5 anni che mio fratello non fa niente!".

Ecco. Per una volta che esco coi colleghi finiamo con una retata. Merda.

E se mi chiudono il bar vado a protestare dal sindaco.


Questa storia mi ricorda il commento che un collega italiano che lavorava in Serbia mi ha fatto quando mi sono licenziato per venire a Zurigo. Annuncio il mio licenziamento e mi fa "bene, bravo, allora appena ti fai un minimo di reputazione ti mando il CV, ma prima che capiscano chi sei e te la rovini".

Mi sembra che lo stiano capendo. Non mandatemi CV, inizio a mandare io il mio.






giovedì 7 febbraio 2013

La clinica delle ossa

Come ho accennato precedentemente, abbiamo un bar.

Oggi era il primo giorno di lavoro - del bar, non mio. Decido di andarci con il cuore palpitante come al primo appuntamento con una graziosa fanciulla.

Mi accompagnano lo Smarmello, la Nutella e la FrancaSvizzera.

Entriamo accolti da musica metallara, ma non troppo.

Ci sediamo su un tavolo accanto al quale troneggia un palo da pole-dancing. Promette bene. Non credo ci fosse quando il posto era un ristorante abissino.

Qui vedete il palo.


Assisi chiediamo da bere, birre.

Ci dicono che ne hanno solo di grandi.

Feldschlössel.
Lattine.
Senza bicchieri.
Mmmmhh. Un po' scrauso. Molto scrauso.

Ok. Bar giovane, va bene. Perdoniamo l'innocenza.

Però ci portano anche un giro di shot di sangria.
Apprezziamo la buona intenzione (a Zurigo offrire bevande aggratis non è cosa diffusa).

Un altro giro, ma i due italofoni ci lasciano e poi passiamo alle bevande spiritose autoprodotte. Qui le chiamano "Med" che non avrebbe niente a che fare con la parola "med" in sloveno che vuol dire "miele" se non che queste bevande "Med" contengono tutte miele. Strano. Chiedo a FrancaSvizzera di indagare e lo svizzero gestore dice che è una tradizione celtica. Così facevano il vino prima di inventare il vino e loro mantengono viva la tradizione. Senza chiedersi se magari l'evoluzione sia cosa buona e giusta.

Qui sotto un esempio del loro prodotto preferito (6 gradi alcolici). Dolciastro.
Torniamo alla birra per poi riprovare alcuni shot e tornare alla birra.

 
Che dire? Questo bar ha la grazia scontrosa di Trieste e ciò mi ricorda la famosa poesia di Saba:

Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.

(...)
Intorno
circola ad ogni cosa
un' aria strana, un' aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.



Dopo questa esperienza interlocutoria bisogna approfondire la conoscenza, quindi uscendo ho detto al giovine barista "Bis Morgen!", lui ride ed io mi giro guardandolo con sguardo severo: "Bis. Morgen!!!". Lui mi guarda preoccupato.

Pivello, ti illudevi di avere un mestiere facile, nevvero? Invece hai scelto di aprire un bar in front of Zurota.
Your dicks.

mercoledì 28 novembre 2012

Il mito della Bettola


C'era il mito della Bettola di Wiedikon.



Trattasi di un localaccio in stile Saint Jacques - nel senso che è in stile con le bettole del quartiere tergestino di San Giacomo: scrauso e con avventori over 60. Noi wiedikoniani ci passavamo davanti e con timore reverenziale osservavamo i bevitori avvinazzati e l'oste dai capelli lunghi grigi che nelle giornate estive arrostiva bratwurst sull'unta griglia all'entrata.

Non abbiamo mai osato entrarci.



Ma oggi sì. Con il furlàn wiedikoniano siamo entrati per una birra.

La buona vecchia Hürlimann.




Con somma sorpresa il bar non è così sporco come sembra, ma in compenso credo sia l'unico bar zurighese dove fumano ancora. Altra sorpresa la musica: In a Gadda da Vida degli Iron Butterfly. Diventerà il nostro bar preferito.

Messaggio subliminale: Bersani è nato a Bettola