martedì 3 aprile 2012

Incazzarsi come un'ape

Oggi ho visto sul solito collettore di immondizia mediatica il seguente articolo. Ne scrivo perché attacca subdolamente il mio amico Monti e perché fa una cosa molto politically correct: parla male di Goldman Sachs - che non è neanche sbagliato, ma è meglio farlo con dei fatti e non con puttanate - termine appropriato.
Ma vediamo l'articolo - i termini in grassetto sono miei e i commenti in nero anche.
Rivelazioni del New York Times.
GOLDMAN SACHS COMPROPRIETARIA DELLA PIU’ GRANDE COMPAGNIA USA PER LO SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE MINORILE.
Dal 2000 al marzo del 2012 ha detenuto il 16% delle azioni della “Village Voice Media” specializzata nel traffico sessuale di escorts minorenni: uno dei massimi dirigenti del gigante finanziario ha fatto parte del suo consiglio di amministrazione. Disdicevole pensare che Mario Monti, consulente della Goldman per l’Europa, ne fosse a conoscenza.
di Lucio Manisco

Gli affari sono affari e, con buona pace de “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” di Max Weber, quello della più antica professione del mondo, soprattutto se esercitata con la coercizione dalle minorenni, è un affare eccellente. Come poteva essere ignorato dalla più grande banca di affari del mondo che malgrado le sue primarie responsabilità nella crisi economica che sta sconvolgendo il pianeta continua ad occupare i vertici governativi e i massimi istituti internazionali dell’occidente? Non lo ha pertanto ignorato la Goldman Sachs che dall’anno 2000 fino ad un mese fa ha acquistato e co-diretto una compartecipazione del 16% nella più grande compagnia americana specializzata con il suo Web Site nella promozione e nello sfruttamento della prostituzione soprattutto di quella minorile.
A sua insaputa? Difficile sostenerlo come ha tentato di fare perché nel consiglio di amministrazione della compagnia, la Village Voice Media, sedeva il signor Scott L. Lebovitz, uno dei managing directors della Goldman, almeno fino al 2010 quando la magistratura e il Congresso hanno varato le prime indagini sulle lucrose attività della compagnia che negli USA deteneva il 70% della promozione di questo obbrobrioso mercato. All’inizio di due anni fa il Lebovitz si è dimesso, ma solo il 29 marzo u.s. la Goldman Sachs si è disfatta di questa sua imbarazzante compartecipazione.
E’ stato il New York Times di domenica 1 aprile a rivelare risultati di un’inchiesta condotta sulla vicenda da Nicholas D. Kristof, uno dei più autorevoli giornalisti e commentatori economici del quotidiano. “La più grande piattaforma del traffico sessuale di giovanette di età minore negli Stati Uniti sembra essere un sito internet chiamato Backpage.com – scrive il Kristof – questo vero e proprio emporio di ragazze e donne, minorenni o costrette a prostituirsi, è a sua volta di proprietà di un’equivoca compagnia con il nome di Village Voice Media. Fino a ieri non era chiaro chi fossero i veri proprietari. Abbiamo risolto il mistero. E’ emerso che i veri proprietari includono enti finanziari, tra i quali figura la Goldman Sachs con una quota del 16%.”. Il giornalista riferisce dell’imbarazzo della Goldman quando è stata interpellata in merito e del “ritmo frenetico” con cui si è immediatamente disfatta della sua partecipazione azionaria. “Non abbiamo avuto alcuna influenza sulla condotta di questa compagnia” – è stato il commento di Andrea Raphael, portavoce della Goldman: il che può anche voler dire che il gigante della finanza americana e mondiale sapeva e non ha fatto nulla per cambiare o modificare la natura delle transazioni sul traffico sessuale della Village Voice Media.
A dir poco disdicevole pensare che Mario Monti, principale consulente della Goldman Sachs per l’Europa, fosse a conoscenza del suo sia pur marginale coinvolgimento nella prostituzione minorile in terra d’America e negli altri continenti del pianeta.
 
Primo appunto: "massimi dirigenti" - è un managing director. Non ho trovato i dati, ma ho trovato che Goldman ha 33,000 dipendenti di cui 12,000 sono vice president (equivalente di funzionario in italiano), poi dovrebbero esserci i senior vice president e managing director (dirigenti). A spanne direi che avrà qualche centinaio di managing directors. Perché i massimi dirigenti sono quelli che chiamano "C-level", cioè che hanno una C che sta per Chief nel titolo.
Ma giusto per la curiosità mi scarico il bilancio del 2010 di GS. Chi ha voglia può andare a pagina 189 dove sono elencati i "massimi dirigenti". Si inizia con il Board of Directors (Consiglio d'Amministrazione), poi c'è il Management committee e poi appare la lista dei managing directors - parte da pagina 189 e finisce a pagina 202. Il citato signor Lebovitz è a pagina 196. Sono circa 150 per pagina, quindi sono ben più di un migliaio. "Massimi dirigenti", mah, è relativo, io non lo scriverei.
Ok, poi si dice che sto Lebovitz era nel CdA di Village Voice partecipata al 16% da GS che a sua volta controllava la società incriminata, Backpage. Ora stare nel CdA di una società è un impegno a tempo pieno? No - basta vedere quanti incarichi aveva il 36-enne Lebovitz.
Non entro nel merito della prostituzione minorile che peraltro secondo Wikipedia si è trattato di una denuncia del 2010 che l'anno successivo è stata archiviata ("A federal judge dismissed the lawsuit in August 2011"). 
La stessa società Village Voice si difende con veemenza sul proprio sito.
In conclusione, è bello dire che la cattiva GS guadagnava sfruttando sessualmente i bambini, ma quanto è vero? Ovvero, è fatto apposta? Cioè l'articolo passa l'idea che i vampiri che siedono nel Board di GS si riuniscono e decidono dove succhiare il sangue, ma in realtà devono stare attenti a queste cose non solo per i danni d'immagine, ma in US per le possibili class action che possono seguire. Questo probabilmente ha spinto la vendita in piena bufera giornalistica - meglio perdere poco subito e lavarsene le mani che troppo dopo (come il celebre detto: "meglio una piccola perdita oggi che un grosso default domani").
Una cosa "simpatica" sull'autore dell'articolo, Kristof: prende per il culo la Slovenia per dire che gli USA hanno un sistema sanitario peggiore. La nostra console si è incazzata con lui:

Slovenia

Kristof consistently uses Slovenia in his New York Times op-ed columns as a flail to shame American healthcare. For example: "... it’s scandalous that babies born in the United States are less likely to survive their first year than babies born in Slovenia" (31 January 2006); "American children are twice as likely to die by the age of 5 as children in Portugal, Spain or Slovenia" (28 February 2009); and "No wonder we spend so much on medical care, and yet have some health care statistics that are worse than Slovenia’s" (12 September 2009). However, his 31 January 2006 blog ("Apologies to Slovenia") had expressed regret at the offense he had caused. On 15 September 2009 the acting consul general for Slovenia, Melita Gabrič, objected to Kristof's use of Slovenia as a "derisory sort of punch line."

Ultima puttanata, quella che mi ha fatto prendere la tastiera e scrivere - l'ultimo paragrafo. 
Monti è un consigliere internazionale di GS per l'Europa - non tradurrei con "consulente" come riportato nell'articolo, perché i consulenti sono quelli che vanno veramente in azienda e fanno qualcosa (o meglio fanno finta... le regole d'oro del consulente: 1. Look great 2. Move around 3. Do nothing), mentre un "Advisor" se ne sta comodamente nella sua poltrona e ogni tanto lo chiama qualcuno per due chiacchiere e a fine anno mettono il suo nome nel bilancio che fa figo. Qui ci sono i nomi:
Board of
International Advisors

Claudio Aguirre
Keki Dadiseth
Charles de Croisset
Charles Curran, 

A.C. Guillermo de la Dehesa 
Vladimír Dlouhý
Walter W. Driver, Jr.
Lord Griffiths of Fforestfach 

Professor Victor Halberstadt 
Professor Otmar Issing
Ian Macfarlane, 
A.C. Kazimierz Marcinkiewicz 
Dr. Axel May
Tito T. Mboweni
Mario Monti
Enrico Vitali
Dr. Ludolf v. Wartenberg

Ad esempio non mi vedo il Lord Griffiths of Fforestfach andare alle 8 di mattina in ufficio e fare il consulente. Per niente, me lo immagino più sorseggiare del te o del cognac e dire un paio di stronzate all'amico Lord Blankfein. 

 





Scrivere che è disdicevole pensare che Monti fosse a conoscenza che una partecipata di una società di cui è Adivisor abbia un'altra partecipazione in una società che è stata denunciata per sfruttamento della prostituzione minorile (senza manco dire che la denuncia è finita nel nulla) è un neanche tanto velato suggerimento a pensarlo. Insomma, la tipica "macchina del fango" usata dai media berlusconiani. Queste cose mi fanno incazzare come un'ape. Povero il mio caro Monti!

lunedì 2 aprile 2012

Buone azioni



La mia buona azione di Christiania.

La sega al bar







Un venerdì qualunque: alle 15 decido che fuori c'è il sole e che ho lavorato troppo. Quindi auguro buon weekend agli astanti e me ne vado.

Aspettando il treno penso che una birra al sole sarebbe un'ottima idea così chiamo il Furlan vicino di casa. Solito incipit: "un birrin e dopo vado a casa". Sono tornato alle 4.

Tour: Si o No, Bubbles, El Lokal, poi il Furlan va a qualche dibattito politico ed io a cena con due coppiette e tre tizi diversamente scopaioli. Divertente. Poi raggiungo il Furlan che era con un altro gruppo di gente svizzera per due drink e poi noi ce ne torniamo a casa. Ovviamente non ci si lascia come cani e quindi ci fermiamo al Total per il bicchiere della staffa. Al tavolo a fianco ad un certo punto salta fuori una sega che viene usata da una tipa per tagliare il pane. Incuriositi chiediamo perché. Il motivo è che dovevano tagliare il pane. Non fa una piega. Mi sembrava divertente e allora ho fotografato. Poi mi sono messo a discutere di linguistica in francese con una di queste tipe - un'austriaca con le sopracciglia di Bergomi. Ad un certo punto il Furlan va al banco a prendersi una birra e quando torno sente l'austriaca che mi fa "non mi frega niente, mi hai rotto i coglioni, non ha senso discutere". Doveva essere una discussione decisamente interessante. Quando ce ne andiamo notiamo che hanno dimenticato una sciarpa che il Furlan ha portato in dono alla sua coinquilina. Infine l'ultimo bicchiere della staffa qui a Wiedikon.

Sabato invece mi hanno trascinato in una specie di disco così ho ufficialmente fatto il mio esordio nella vera vita notturna zurighese - la città è appunto nota per i suoi club. Commento: una merda. 20 franchi di entrata e parlando italiano all'ingresso ci chiedono pure il permesso di lavoro. Razzisti. In più la musica era fastidiosa e la birra scrausa in bicchieri di plastica.




Oggi invece mi è capitato un fatto insolito: veniamo fermati dalla pula. Eravamo 3 bici e 4 persone. La polizia ci vede, ferma il furgone in mezzo alla strada e scendono due poliziotti. Incazzatissimi con i due che andavano in doppia. Mentre io con lo zaino copro il bollino dell'assicurazione scaduta da 3 mesi (qui bisogna assicurare anche la bici) i due si scusano dicendo che non sapevano fosse illegale. La ragazza seduta dietro fa: "in Italia io andavo sempre in giro così, da noi non è illegale". Poliziotta acida: "è illegale anche in Italia, ma nessuno controlla!". Al che il Comunista Brianzolo (il pilota della situazione) fa "eh, ma quando ci siamo trasferiti non ci hanno mica fatto dei corsi su come si guida la bici!". Questa frase potrebbe sembrare una presa per il culo ma invece ha funzionato perché è stata messa in dubbio la perfezione dell'organizzazione svizzera. In effetti non sono previsti corsi per immigrati sul corretto uso del biciclo. Ci salviamo con l'ammonizione "la prossima volta che vi becco...".

Per la cronaca tutte e tre le bici erano senza assicurazione...

E domani è già lunedì... ma non è così grave visto che da mercoledì sarò in territorio patoco.  Ci si vede giù. Soliti aperitivi nei soliti postacci.