Periodicamente quel concetto vago e fumoso di "EUROPA" se ne esce con sentenze un po' originali. L'ultima è contro la discriminazione in materia assicurativa: qui l'articolo del Sole. In pratica le compagnie assicurative non potranno più usare il genere come fattore di rischio nel calcolo delle polizze. I paladini dell'egalitarismo saranno contenti, ma come capita spesso quando si tratta di regole stupide, gli effetti saranno probabilmente negativi.
Esempio: chiunque abbia fatto un preventivo online per una polizza RCA avrà dovuto inserire svariati dati, tra cui il genere. E il premio viene calcolato basandosi sulle statistiche, quindi giovane = male, auto nuova = bene, guidatore con figli = bene, guidatore di Napoli = male, donna = bene.
Le donne è notorio che guidano male, ma di norma fanno incidenti parcheggiando, mentre l'uomo, sapendo di guidare giusto un pelino peggio di Schumacker, guida veloce. Inoltre la donna sceglie l'auto per il colore, l'uomo per i cavalli. Quindi la donna riga l'auto dal colore che si intona con la borsetta in parcheggio, l'uomo si schianta col suo bolide da 1000 cv a 150 km/h sterminando una famiglia col nonno che passeggiava sulle strisce pedonali. E tutto ciò costa per le povere assicurazioni, quindi l'uomo viene discriminato e paga di piû, perché in media, calcolando la frequenza e il costo dell'incidente, alle compagnie costa di più.
Simile per le polizze caso morte: le donne vivono di più, quindi pagano meno. Diverso per le rendite, dove l'uomo è "favorito" e paga meno, perché muore prima.
Ora, conoscendo la sana e prudente gestione delle assicurazioni, di fronte all'obbligo di far pagare premi uguali, cosa farà pagare come premio RCA, quello più basso femminile o quello più alto maschile? Domanda difficile, no?
indi per cui banchieri e assicuratori saranno mandati sulla ghigliottina assieme....
RispondiEliminaper fortuna non sono più bancario da anni e ora neanche assicuratore.
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