sabato 16 febbraio 2013

E mi arrestarono il barista.

Ultimamente la mia socialità si esprime in aperitivi ed avvenimenti vari.

Oggi gli spunti per l'aperitivo erano:
a) amica che voleva andare in un club (dove non siamo mai arrivati)
b) collega bisiaca che ospita amica tatuatrice che cerca (e trova) stage a Zurigo e la collega mi chiede di portarle in giro, visto che non è esperta di vita notturna.

Metto assieme i due spunti e invito anche altra gente al mio bar preferito. Quello sotto casa.

Quindi dalle 6.30 si raduna una dozzina di persone. Beviamo birre e vino al miele ed io sono contento di portare gente al mio bar, il mio barista è contento di avere gente. Poi oggi il bar era pieno con una buona rappresentanza di giovani metallari e punk. Uno aveva anche una gran cresta.

Dato che negli ultimi giorni sono passato un paio di volte i baristi mi conoscono. C'è il fratello giovane del gestore che parla anche inglese e quindi comunichiamo. Il gestore ha i capelli lunghi e non comunica in inglese. Oggi viene da me per dirmi in Schwizerenglisch che la volta prima mi ha fatto pagare 2 franchi in più e quindi mi offre il prossimo giro. Commovente. Il servizio è il più amichevole mai trovato da quando sono in giro per l'Europa. L'unico che compete è il bar ZeroZero a Parigi che ogni tanto offriva ostriche agli avventori.

Oggi eravamo lì e c'era questa collega bisiaca con cui di solito bevo caffè al lavoro, ma non siamo mai usciti, quindi non siamo in gran confidenza. E c'era il suo ragazzo che è anche un collega, ma uno che lavora nella sede centrale e un po' più sul fighetto andante. L'amica della collega è una tatuatrice e quindi persona a modo. Ma ovviamente con i colleghi poco conosciuti si cerca di non fare troppo il buzzurro - e su questo mi devo impegnare.

Bene. Mi impegno e la serata passa allegra, tra drinks, risate e discorsi vari.

Verso le 9 decidiamo di andare a mangiare qualcosa. Sto per andare a chiedere il conto quando irrompe la polizia in assetto anti-sommossa. Porca troia. Che cazzo succede? Dov'è Ziddari che grida "Pulademmerda"?

Sono almeno una decina con i giubbetti antiproiettile. Ci intimano di mettere le mani sul tavolo. Tutti calmi, nessuno fiata tranne la ticinese al nostro tavolo che ri-grida le istruzioni (mettete le mani sul tavolo) in italiano.

L'operazione dura un paio di minuti. I metal-punk stanno buoni, noi non fiatiamo. Andandosene i poliziotti ci augurano buona serata. Graziealcazzo.

Vado dal barista per chiedere il conto ma mi fa: "Scusa un attimo, hanno arrestato mio fratello, vado a vedere fuori cosa succede". E mi lascia lì con la fila educata di giovani metal-punk che passata la pula vogliono da bere.

Dopo un po' torna, mi fa il conto. Lo vedo un po' scosso e chiedo come va col Bruder. Male. Lo hanno portato via. Chiedo perché. Indignato mi fa: "ma niente, non ha fatto niente...  poliziotti di merda... è almeno 4-5 anni che mio fratello non fa niente!".

Ecco. Per una volta che esco coi colleghi finiamo con una retata. Merda.

E se mi chiudono il bar vado a protestare dal sindaco.


Questa storia mi ricorda il commento che un collega italiano che lavorava in Serbia mi ha fatto quando mi sono licenziato per venire a Zurigo. Annuncio il mio licenziamento e mi fa "bene, bravo, allora appena ti fai un minimo di reputazione ti mando il CV, ma prima che capiscano chi sei e te la rovini".

Mi sembra che lo stiano capendo. Non mandatemi CV, inizio a mandare io il mio.






3 commenti:

  1. Azz però chi gavessi mai dito che nella tranquilla svizzera te incappavi in una retata!
    Gaia

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  2. Urco, e ora come fai? Il bar è ancora aperto? Sarebbe un dolore troppo grande per te perdere un così bel posto appena dopo averlo trovato :)

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  3. Tranquilli, rilasciato. Come si dice in Isvizzera, tutto è bene quel che finisce bene. ma qualcuno poteva rimanere offeso!

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