mercoledì 5 novembre 2014

Oche

Ispirato dal traditore della Spuma&Spritz, torno a scrivere sul bloggo. Per cambiare, visto che gli ultimi post erano enogastronomici, oggi parlo di finanza&animali.




Moncler è quel giubbino di plastica che costa tantissimo. Report ha fatto un servizio in cui rivela il trattamento disumano delle oche. Premetto che non ho visto il programma e non ho letto attentamente gli articoli.

Il messaggio che sembra trasparire è:
a) Moncler compra le piume da produttori che spiumano le oche da vive (presumo che se le uccidono prima è meglio?)
b) Moncler ha dei ricarichi troppo elevati.
c) Moncler ha de-localizzato.

Per quanto Gabanelli sia una delle poche (vere) giornaliste in Italia, direi che servono un paio di puntualizzazioni.

Prima puntualizzazione: Capitalismo. Un'azienda esiste per fare soldi, non beneficenza. Quindi il discorso sui ricarichi fa un po' ridere. Se trovi gente che ti compra un piumino pagando MILLE euri non vedo il problema. Cosa dire poi di quelli che fanno la fila per pagarne 800 per un telefono? O 200 euri per scarpe tipo Nike (il cui costo di produzione è di un paio di euri)? Mi sembra il tutto molto demagogico. La legge della domanda e offerta è una delle basi del sistema. Probabilmente se il giubbino Moncler costasse 50 euri non lo comprerebbe nessuno. Certi accessori hanno successo solo perché costano molto, sono un status symbol - ad esempio oggi il mio capo aveva un piumino. Presumo sia Moncler, ma non ho controllato l'etichetta.


Ricarico: l'incidenza delle materie prime sul costo del venduto era al 30/9/2013 del 51%. Il costo del venduto era 119.7m mentre il totale dei ricavi era 389m. Quindi i ricavi erano 3.24 volte il costo di produzione. È troppo? Lo dicano quelli che hanno pagato i ricavi, cioè i clienti.

Altra questione: certe aziende non producono i prodotti che vendono. La stessa Nike (per fare un nome) da quel che so non produce niente, ma compra i vari pezzi della scarpa in giro per il mondo, la fa assemblare e il suo lavoro è fare il design e marketing. Cioè venderle.

In quanto non producono direttamente non possono essere ritenute direttamente responsabili se qualcuno ad esempio impiega minorenni, o fa lavorare 14 ore al giorno o appunto come in questo caso spiuma le oche in modo cruento. La cosa è geniale, no? Ma la stessa domanda se la possono porre i consumatori su qualsiasi cosa comprano. I vestiti prodotti in Cina costano poco, ma che garanzia si ha sugli standard produttivi? I prodotti animali: quanto controllo c'è sul trattamento degli animali (tralasciando il fatto che spesso l'animale viene ucciso e a molti animalisti questo non piace)?

Per tornare a Moncler mi sono guardato il prospetto dell'IPO, cioè il documento di 614 pagine che hanno prodotto quando nel 2013 si sono quotati in borsa.

Pagina 67:
Per la produzione dei propri capi il Gruppo Moncler si avvale di soggetti terzi indipendenti,
faconisti, cui sono assegnate esclusivamente le fasi di produzione del capo (metodo industrializzato) mentre l’acquisto delle materie prime è gestito direttamente da Moncler. Inoltre, ed in misura significativamente minore, il Gruppo può acquistare direttamente il prodotto finito (metodo commercializzato). In entrambi i casi, i produttori terzi operano sotto la stretta supervisione di Moncler, con particolare riferimento alla determinazione delle produzioni, all’assegnazione dei tempi di realizzazione dei prodotti e al controllo di qualità sui prodotti realizzati. I produttori terzi indipendenti non operano in regime di esclusiva con il Gruppo Moncler. La produzione dei capi, secondo il metodo industrializzato, che rappresenta il metodo produttivo prevalentemente utilizzato dal Gruppo Moncler, è principalmente localizzata in paesi dell’Europa dell’Est, fatta eccezione per le linee di alta gamma Gamme Bleu e Gamme Rouge prodotte interamente in Italia. Alla Data del Prospetto, a giudizio dell’Emittente, la produzione, industrializzata o commercializzata, dei prodotti del Gruppo Moncler da parte di soggetti terzi indipendenti non risulta essere concentrata in un numero limitato di Paesi.


Quindi l'accusa di delocalizzazione è già un po' campata in aria, visto che sembra che Moncler produca (almeno dalla quotazione) in Est Europa. Anzi, non produce, compra il prodotto che poi commercializza.

Ovviamente poi ci sono dei controlli:

Nonostante, nell’ambito dei contratti di fornitura, vengano di prassi inviate ai produttori
delle linee guida relative al rispetto delle norme in materia di (i) lavoro e previdenza e (ii) salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e i contratti prevedano a favore del Gruppo il diritto di recesso in caso di mancato adempimento alle prescrizioni di tali normative, l’eventuale violazione da parte di uno o più produttori delle norme di legge e i regolamenti applicabili, potrebbero avere conseguenze negative da un punto di vista reputazionale, nonché sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del Gruppo.


A pagina 141 viene infine riportato:
L’acquisto delle materie prime rappresenta una delle principali aree della catena del valore.
Infatti, in virtù del proprio posizionamento di mercato e dei propri valori, Moncler
attribuisce importanza sia alla qualità della piuma utilizzata nei propri capi, che deve
rispettare gli standard qualitativi più elevati nel settore, sia all’utilizzo di tessuti innovativi
che offrano avanzate caratteristiche funzionali ed estetiche. Ad esempio, la piuma
d’oca utilizzata per i capi Moncler viene selezionata conformemente agli standard EN
12934, USA 2000 e alle norme JIS 1903, rispettando, inoltre, le normative per la protezione
animali.


Se questo non fosse vero, Report avrebbe ragione e Moncler potrebbe avere seri problemi. In caso contrario Report avrebbe diffamato Moncler. Ovviamente l'azienda secondo me ha fatto un errore strategico a non rispondere alle domande di Report. Se non ha nulla da nascondere poteva evitare un grave danno d'immagine, non rispondendo ha dato l'impressione di essere colpevole. A poco serve promettere denunce che daranno una risposta dopo anni. D'altra parte per un marchio l'importante è che se ne parli.







Per il resto a me le oche (e anatre) interessano solo in questo formato:





PS: aggiungo il link ad un interessante articolo.

2 commenti:

  1. Visto che abbiamo questa passione in comune (e immagino pure il Tournedos alla Rossini), potrebbe interessarti questo bell'articolo http://www.economist.com/node/21540983

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  2. Sì adoro il Tournedos, l'ho mangiato questa estate in un ristorante a Zurigo e ci sono tornato qualche settimana fa e non c'era più nel menu. Ma non era grave, ho optato per una scaloppa di fegato e poi bambi :-)

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